Un accordo sempre più vicino, quello tra Pd e Cinque Stelle. Con la benedizione di un Mattarella che vede sempre più di buon occhio l’idea di un’intesa che impedisca il ritorno alle urne e che non veda tra i partecipanti la Lega di Matteo Salvini, autore della crisi di governo. E però non tutto procede verso la giusta direzione, vedi le dichiarazioni post consultazioni di Luigi Di Maio che non sono troppo piaciute al Quirinale a causa dell’estrema ambiguità di fondo.
tiro corretto successivamente, quando anche da parte degli ambienti pentastellati sono arrivate aperture più nette nei confronti della possibilità di un accordo col mondo dem. E che però hanno portato Mattarella a considerare un piano b sempre attuale, qualora all’ultimo istante dovesse succedere qualcosa (inaspettatamente, a questo punto) che spinga l’intesa verso il naufragio.
Stando a quanto rivelato da Antonellis su Dagospia, in serbo ci sarebbe un”governo di decantazione” (con appoggio esterno di Pd e astensione di Forza Italia) per approvare il bilancio, evitare l’aumento dell’Iva e rinviare a gennaio ogni decisione definitiva sul prosieguo o meno della legislatura (e magari aspettare Mario Draghi). Un’idea della quale si è anche già discusso in Quirinale.
Se non andasse in porto l’accordo Pd-5stelle sarebbe questo il modo escogitato dal Quirinale per evitare le elezioni anticipate e, soprattutto, fare in modo che Di Maio non torni tra le braccia del Capitano leghista. Nella speranza che non sia necessario e che i due partiti trovino da soli la quadra del cerchio.
E se Mattarella si dimettesse in anticipo? Strategia per non consegnare la Presidenza a Salvini