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Il piano economico di Salvini? Scaricare la crisi sulle generazioni future

Matteo Salvini non si dà pace. Continua a insistere negli attacchi all’Unione Europea, per colpa della quale l’Italia non può, a suo dire, uscire dalla crisi economica figlia del coronavirus. Dipingendo, in maniera non troppo verosimile, un Paese ricco e forte che potrebbe tranquillamente cavarsela da solo, non dovesse render conto a Bruxelles delle sue scelte. Indicando come punto di riferimento gli anni Ottanta, senza ricordare però che proprio in quel periodo il debito pubblico crebbe in maniera mostruosa.

 Il leader del Carroccio, però, continua a insistere. Sostenendo che sia necessario emettere titoli di Stato e omettendo come questo finirebbe in futuro per accrescere il nostro debito pubblico, scaricando così in sostanza sulle prossime generazioni il conto delle difficoltà di oggi. “In questo momento non è all’ordine del giorno né l’uscita dall’euro, né l’uscita dall’Europa. Ma se io dovessi scegliere tra la salute, il lavoro, la felicità e il benessere degli italiani e il mantenimento a tutti i costi della burocrazia europea e delle moneta unica, ovviamente scelgo gli italiani. Conto ovviamente a non dover arrivare a fare questa scelta, però prima viene il benessere della mia gente”.Salvini ha spiegato al programma DiMartedì, in onda su La7: “Sapete cosa sta facendo il governo? Quello che noi chiediamo da mesi: sta mettendo sul mercato Buoni del Tesoro. Noi da settimane stiamo dicendo di non impelagarsi nel Mes o nei fondi europei. Di Buoni del Tesoro ne hanno emessi 130 miliardi in pochi giorni e ho letto che il governo ne emetterà altrettanti. Hanno il vantaggio rispetto al Mes che sono soldi dati agli italiani, con interessi che rimangono agli italiani e senza nessuna condizione imposta da Berlino o da Bruxelles”.Quel che Salvini non dice è che emettere Buoni del Tesoro non è operazione priva di costi. Si tratta di rattoppare oggi i conti pubblici dovendo però rispondere un domani di quei soldi. L’Ue, in un momento così difficile, ha messo a disposizione delle linee di credito che evitino effetti collaterali così pesanti, tra le quali il discusso Meccanismo europeo di stabilità. Le differenze nei costi sono evidenti: su 22,3 miliardi di euro di Btp già venduti ai risparmiatori italiani, lo Stato in cinque anni dovrà pagare un costo per i tassi di interesse pari a 1,45 miliardi di euro. Per la stessa cifra, il Mes richiederebbe interessi per circa 110 milioni, quasi 13 volte meno.

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