È stato lo stesso Silvo Berlusconi a coniare la definizione di ‘Operazione scoiattolo’ parlando della sua strategia per farsi eleggere al Quirinale. Il fondatore di Forza Italia sembra avere infatti intenzione di andare a stanare uno per uno tutti i potenziali Grandi elettori che potrebbero garantirgli il loro voto per raggiungere quota 505 a partire dalla quarta votazione. E così, dopo aver incassato l’appoggio del segretario del Partito popolare europeo, Antonio Lopez, e aver festeggiato il 32esimo compleanno della sua compagna Marta Fascina, Berlusconi arriverà a Roma nella giornata di martedì 11gennaio.
Ci ha pensato il segretario del Ppe, Antonio Lopez, a spianare la strada che dovrebbe portare Berlusconi al Quirinale. “Una presidenza di Berlusconi con un capo del governo come Draghi sarebbe imbattibile e promuoverebbe l’Italia ancora più della già alta posizione di cui gode”. Così dichiara a Il Giornale il segretario della formazione politica europea di cui fa parte anche Forza Italia.
E così, Berlusconi si prepara a scendere a Roma per dare battaglia. Secondo le indiscrezioni, pare che il Cavaliere abbia tutte le intenzioni di muoversi personalmente per incontrare tutti i suoi potenziali elettori. Berlusconi non si fida infatti di semplici telefonate arrivate ai suoi collaboratori. Oppure di veloci promesse verbali. In realtà, il suo super attivismo in vista Colle è iniziato già durante le festività natalizie, quando il leader di FI ha incontrato, si legge sul Corriere della Sera, “possibili grandi elettori, amici, parlamentari incaricati di contattare chiunque, leader alleati, amici di leader avversari”.
Comunque sia, almeno secondo le indiscrezioni, Berlusconi al momento sembra più che mai convinto che la sua Operazione scoiattolo per conquistare il Quirinale abbia tutte le carte in regola per andare in porto. A patto però che tutti i suoi possibili elettori non stiano facendo il doppio gioco. I dubbi però restano. E pesanti. Innanzitutto sui partiti centristi come quelli di Giovanni Toti o Matteo Renzi. E poi anche sulle reali intenzioni degli alleati Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La promessa di Berlusconi è quella di non sciogliere le Camere subito dopo la sua elezione. Ma di formare un governo di centro-centrodestra che duri fino al 2023 (resterebbero esclusi Pd e M5S) in caso di sua ascesa al Quirinale. In caso di elezione di Draghi al suo posto, invece, “Forza Italia uscirà dal governo”.
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