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“Mi hanno travisato”. I Cinque Stelle si ispirano alle sue teorie, il prof li smentisce così

Il Movimento Cinque Stelle lo ha nominato diverse volte nelle ultime settimane, eleggendo a sorta di guru del partito per quanto riguarda l’Africa e le migrazioni. Lui, Massimo Amato, insegnante di “Storia, istituzioni e crisi del sistema finanziario globale” all’Università Bocconi di Milano, ci ha però tenuto a specificare di non essere troppo contento. “Sono al corrente del fatto che il mio nome viene fatto e non sempre in un modo che mi convince” ha detto il professore alle pagine de La Repubblica. 

Ultimi in ordine cronologico a nominarlo sono stati il sottosegretario M5S agli Esteri Manlio Di Stefano, Gianluigi Paragone e Giorgia Meloni. “Questa vicenda è cominciata dopo una mia intervista alla trasmissione di Rai2 Night Tabloid che mi è costata quindici giorni di rettifiche”. Sulla storia del franco Cfa, la moneta che in questi giorni è stata definita come una sorta di moderno strumento coloniale, Amato ha precisato: “Non c’è nessun vantaggio strettamente economico della Francia a gestire il franco Cfa. Anzi, ci sono un po’ di costi”.“Non c’è nemmeno – ha aggiunto – un rapporto diretto con l’immigrazione. Le statistiche che sono state fatte vedere, per quanto opinabili, hanno dimostrato che la maggior parte dei migranti che arrivano da noi non provengono da quei Paesi. Quindi, non possiamo inferire che se non ci fosse il franco cfa non ci sarebbero gli immigrati. Quel che voglio dire è che se anche queste forzature non mi appartengono, il problema del Cfa per quei Paesi esiste. Affermare che gli immigrati muoiono perché la Francia è cattiva è come minimo un cortocircuito, se c’è la buona fede. Sennò è anche peggio”.“Se a Paesi sottosviluppati diamo una moneta forte, questo rende certa la loro permanenza del limbo dei non sviluppati. La Francia sfrutta l’Africa? “Dipende da cosa intendiamo per colonialismo e da quanto vogliamo essere formalisti”. Di sicuro, però, non è responsabilità solo di Parigi: “L‘Africa in questo momento è oggetto di una lotta per la spartizione estremamente sotterranea che rischia di diventare feroce. La Russia è in Centr’Africa e lo abbiamo scoperto perché tre giornalisti russi sono stati trovati morti. I cinesi ci sono da vent’anni e hanno ormai il monopolio su alcune materie prime per i prossimi trenta. Gli americani hanno fatto e disfatto. Gli europei si sono difesi”.

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