Mario Draghi ha cominciato a scoprire le carte del suo programma di governo. Dopo il secondo giro di consultazioni il nuovo premier incaricato non si sarebbe limitato all’ascolto, ma ha iniziato a tratteggiare i confini di un programma di “governo europeista con un forte richiamo all’atlantismo”, incardinato su “necessarie riforme della Pubblica amministrazione, del fisco e della giustizia civile”. Quindi sembrerebbe far intendere che questa fase di nuova ricostruzione dell’Italia dopo la crisi della pandemia, avverrà attraverso l’appoggio del Recovery plan, il piano per spendere i 209 miliardi che l’Europa ha destinato all’Italia. Come ha segnalato il Corriere della Sera, al centro del testo che il governo Draghi manderà a Bruxelles ci saranno le riforme della pubblica amministrazione, della giustizia e del fisco, necessarie a rendere credibile la realizzazione rapida degli investimenti. Riforme e rilancio degli investimenti daranno la spinta necessaria alla crescita, chiave di volta anche per il rientro graduale dal debito pubblico. Ma la crescita dovrà combinarsi con due fattori: la coesione sociale e l’attenzione all’ambiente. A seguire tutti i dettagli della bozza del nuovo programma di governo.
Il Recovery plan con il quale il governo chiederà a Bruxelles i 209 miliardi a disposizione dell’Italia verrà riscritto rispetto alla bozza Conte. Si tratterà di un documento più concentrato sulle riforme, senza le quali l’attuazione dei programmi d’investimento rischia di restare sulla carta. In particolare: pubblica amministrazione snella e digitalizzata, anche attraverso il necessario ricambio generazionale; giustizia efficiente e veloce; fisco equo e attento alla promozione degli investimenti. Quanto gli interventi pubblici, essi verranno il più possibile concentrati e corredati di un cronoprogramma (tempi di realizzazione) e di una valutazione di impatto.
Giovani: scuola in priorità, con più giorni di lezione
Nel piano figura ovviamente la scuola. Draghi non è sceso nei dettagli, ma la considera una priorità, tanto che nel corso delle consultazioni si è soffermato sul fatto che all’inizio dell’anno scolastico c’erano 10 mila cattedre vacanti. Oltre la necessità di nuovi docenti Draghi ha constatato che la pandemia ha compromesso l’avvio dell’anno scolastico, imponendo sia una regolare ripresa delle attività sia una rimodulazione della durata stessa del calendario. Tra le ipotesi l’allungamento dell’anno scolastico a giugno oltre i termini previsti. L’educazione, del resto, è uno dei fattori chiave per un percorso di crescita e di sviluppo.Imprese, lavoro: dai sussidi a pioggia agli aiuti a chi riconverte o ha futuro
Il presidente del Consiglio incaricato non ha scoperto le carte, ma il programma che sta preparando per risollevare le imprese e l’occupazione va nella direzione di un graduale superamento dei provvedimenti finora dettati dall’emergenza. Non più quindi sussidi a pioggia, ma selettivi, per garantire la sopravvivenza delle imprese che hanno un futuro o per supportare la riconversione di quelle che possono trovare nuovi spazi di mercato. No invece al puro e semplice prolungamento di sostegni ad aziende decotte. Stessa impostazione selettiva per il lavoro per uscire gradualmente dallo schema delle proroghe ripetute di cassa integrazione e blocco dei licenziamenti.
Politica estera: rilancio su Europa e integrazione. Il filo con gli Usa
Mario Draghi ha delineato con nettezza il profilo di politica estera del nascente governo: ambiziosamente europeista e atlantista. La tradizionale collocazione internazionale dell’Italia si arricchisce, nelle intenzioni dell’ex presidente della Banca centrale europea, della volontà di giocare un ruolo attivo nello sviluppo di queste stesse prospettive. Un europeismo dunque che ha come obiettivo il bilancio comune dell’Unione e il completamento politico dell’integrazione economica e monetaria, con l’ambizione di fare dell’Europa, in una rinsaldata alleanza con gli Stati Uniti, un protagonista sullo scacchiere mondiale. Ambiente e opere: cantieri e più infrastrutture per aiutare il turismo
Cantieri, grandi opere e infrastrutture. Tre voci, correlate alla ripresa della domanda di lavoro, che sono destinate a entrare nell’agenda del governo Draghi. Certo è che l’ex presidente della Bce ne riconosce il valore in termini di spinta all’economia quanto l’obbligo di predisporre un piano di sviluppo che sia sostenibile e virtuoso. A imporlo è la sensibilità politica del M5S sul tema e la tendenza del Movimento a dire no di fronte a massicci piani di investimento. La scelta di Draghi sarà sia di riattivare i cantieri fermi, sia di innescare piccole e medie opere destinate a comparti come, per esempio, il turismo che da tempo chiede infrastrutture a supporto delle proprie attività.
Sanità: approvvigionamento e logistica per accelerare con il piano-vaccini
Il piano vaccinale è una delle condizioni indispensabili per traghettare il Paese fuori
dalla crisi sanitaria ed economica. Il tema è emerso con pacifica evidenza durante i colloqui con le forze politiche, non a caso Draghi ha rimarcato la necessità di implementare l’attuale piano, per renderlo ancora più efficace. In base alla velocità della campagna di vaccinazione «si potrà tornare a lavorare» e «a spendere». L’obiettivo è raggiungere l’immunità di gregge nell’arco dei prossimi mesi, un intento che secondo Draghi potrà essere centrato rafforzando il presidio sull’approvvigionamento dei vaccini e sulla logistica per distribuirli nel modo più efficiente.
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