Altri guai in vista per Enrico Michetti, candidato a Roma per il centrodestra alle prossime amministrative e già costretto a fare i conti, durante la campagna elettorale, con una lunga lista di brutte figure. Alle quali si aggiunge, ora, l’accusa di aver “copiato” il programma. Come rivelato dal software antiplagio Turnitin, infatti, all’interno del testo oltre il 13% delle parole usate apparterrebbe ad altri autori, anche politici del passato.
Come rivelato dal software, infatti, alcuni punti sarebbero ripresi dal programma di Gianni Alemanno per le comunali (perse) del 2013, quindi vecchi di oltre otto anni. Poi, in ordine sparso, passaggi pronunciati Stefano Parisi durante la corsa alla poltrona di sindaco di Milano nel 2016. E, addirittura nella prima riga, una frase di Antonio Salvati della Comunità di sant’Egidio.
Il software antiplagio Turnitin ha identificato complessivamentedecine di parti del programma di Michetti, copiate senza indicare la fonte originaria. In totale, oltre il 13% delle parole usate. Compresa l’idea delle cosiddette “isole di crescita”, concetto in realtà espresso a suo tempo da Francesco Delzio, a lungo manager del gruppo Benetton ed editorialista di Avvenire.
Turnitin è usato per scoprire i plagi in accademia ed è pensato per scandagliare i motori di ricerca alla ricerca sia di contenuti accessibili gratuitamente che a pagamento. Riesce a escludere le coincidenze, cioè parole ripetute nella stessa combinazione per puro caso o perché in formule di uso comune, e considera soltanto i blocchi di testo di cui viene replicata l’intera struttura della frase, punteggiatura inclusa.
Ti potrebbe interessare anche: L’assessore leghista insultato dai leghisti perché ricorda Gino Strada