Il 22 ottobre 2022, alle ore 10 in punto, è nato ufficialmente il primo governo italiano guidato da una donna, Giorgia Meloni, che rappresenta la coalizione di centrodestra, formata dal suo partito, Fratelli d’Italia e dai partiti di Matteo Salvini, Lega, e Silvio Berlusconi, Forza Italia.
La cerimonia ha una solennità stabilità dalla Costituzione. Si dice infatti che presidente del Consiglio e relativi ministri giurino “nelle mani” del presidente della Repubblica.
A fianco del presidente Mattarella, però, oltre a Giorgia Meloni, rappresenta un aspetto fondamentale per lo svolgimento della cerimonia anche il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.
È lui a esercitare le funzioni di “speaker” e a chiamare i singoli ministri a firmare il giuramento.
Qualcosa, però, è apparentemente andato storto. I dicasteri pronunciati da Zampetti sembravano quelli sbagliati e non quelli stabiliti da Giorgia Meloni nella lista già diffusa ieri sera. Cos’è successo?
“Ministro senza portafoglio”, senza la specifica delega, è la denominazione un po’ anonima che ha accompagnato i nomi di Raffaele Fitto, per esempio – che ha la delega al Sud – e gli altri colleghi “senza portafoglio”, Alberti Casellati, Roccella, Calderoli e altri.
Ma cosa è successo ai nomi dei dicasteri? Per esempio il ministero che presiederà Francesco Lollobrigida, definito “ministro per le Politiche agricole e forestali”, che avrà invece la delega all’Agricoltura e Sovranità alimentare. Lo stesso per i ministeri più controversi del governo: Paolo Zangrillo è stato definito “ministro per la Transizione ecologica”, ma questa dicitura è stata del tutto eliminata da Meloni, che ha assegnato a Zangrillo la delega all’Ambiente e alla Sicurezza energetica.
A cosa è dovuto questo sfasamento? Non si è trattato di un errore di Ugo Zampetti nello svolgimento della sua funzione di segretario generale della Presidenza della Repubblica, ma di una condotta precisamente normata e dal forte valore simbolico. Il compito di assegnare i nomi “corretti” ai ministeri dovrà essere il primo atto ufficiale del governo che sta per insediarsi, con un apposito decreto.