Fino a tre anni fa nessuno aveva mai sentito parlare un virologo in televisione o sui mezzi di comunicazione, salvo qualche raro caso. Poi, con lo scoppio della pandemia di Covid-19, tutto è cambiato. I talk show televisivi hanno cominciato a pullulare di esperti, o presunti tali. Alcuni non hanno lasciato il segno. Ma altri, come Massimo Galli, Antonella Viola, Fabrizio Pregliasco, Andrea Crisanti e Matteo Bassetti, hanno fatto molto parlare di loro, divenendo in alcuni casi anche delle star mediatiche. C’è chi come Crisanti, poi, è diventato persino senatore. Il Corriere della Sera ha raccolto le impressioni di alcuni di loro.
Raggiunto dal Corriere, l’infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ammette di essersi pentito soltanto di una frase pronunciata durante l’emergenza. “Il Covid è poco più di un’influenza”, dichiarò infatti nel febbraio del 2020, poco prima che l’allora premier Giuseppe Conte fosse costretto a imporre un lockdown generale del Paese allo scopo di ridurre i contagi. “Il pubblico la prese come se volessi banalizzare un rischio serio”, commenta oggi Bassetti.
“Mi riferivo alla letalità. Sbagliai a esprimermi così. – prosegue Bassetti – A mia difesa resta il fatto che erano le prime interviste e non ero preparato all’informazione in tempo di crisi. Adesso mi sono ritarato, ho maggiore controllo del mezzo, so dove arrivare. Il bilancio delle mie esibizioni è positivo. – si auto promuove il medico genovese – Però certo non mi pento dei vaffa mandati a certi ospiti quando hanno detto sciocchezze, come la Boralevi (Antonella, ndr). Invece con la Ventura mi sono chiarito. La canzoncina di Natale con Pregliasco e Crisanti, invece, è stata utile, ha richiamato l’attenzione sui vaccini”.
L’infettivologo milanese Massimo Galli, dall’1 novembre in pensione, professore emerito dell’università di Milano, è convinto che oggi, col senno di poi, eviterebbe “l’eccesso di esposizione” a cui non è riuscito a sottrarsi durante la pandemia. “Mi chiamavano in continuazione. – ricorda Galli – Ero combattuto tra l’istinto di sottrarmi e il senso di responsabilità di dare la mia testimonianza, per sfatare ipotesi peregrine che fioccavano. Era diventata un’oppressione. Ribadisco di non aver mai preso un centesimo”. Ciò che sicuramente non rifarebbe è “prestarmi ai confronti con terrapiattisti e novax. Mi tirerei fuori dagli schiamazzi da cortile. Ma ero a fine carriera e, non avendo intenzione di usare la notorietà a mio vantaggio, non mi ponevo il problema di cosa dicevo e contro chi”.
Il Corriere della Sera, infine, intervista anche la microbiologa Antonella Viola, docente di patologia a Padova. “Il segreto per parlare alla gente? – risponde la Viola – Il sorriso e esprimersi con semplicità. Dire la verità, basandosi sull’evidenza scientifica ma senza trasmettere il panico. Non pensavo di possedere queste capacità. Non ho modificato il mio look. Prima del lockdown avevo ripristinato il mio colore naturale immaginando che per diversi mesi non avrei potuto fare le meche. Ho sempre portato i capelli corti”.
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