Vi siete mai chiesti che fine fanno i nostri vecchi elettrodomestici una volta finiti in discarica?
Grazie a nuovi modelli e tecnologie sempre più sofisticate, cambiare una lavastoviglie che non funziona bene o acquistare l’ultimo modello di forno a microonde non è più un problema.
Bisogna però disfarsi dell’elettrodomestico che non funziona più, e se il mercato si alimenta, la discarica si riempie.
Per fortuna ci pensa il Raee, Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, che Ecodom si incarica di raccogliere, essendo il principale consorzio di gestione del settore.
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Se poi prendiamo in considerazione frigoriferi, freezer e maxi congelatori, la parte buttata via corrispondo a circa il 37,4 % dei rifiuti. Solo il restante 1,9% riguarda la tecnologia: si tratta infatti di computer, schermi, tv, oltre a piccoli elettrodomestici, apparecchi che illuminano e sorgenti luminose.
Gli italiani stanno diventando virtuosi, merito forse di una buona campagna di informazione. Ovviamente risultano differenze a seconda delle varie regioni prese in considerazione, e come possiamo immaginare esiste un divario significativo tra le regioni del Nord e quelle del Sud.
La Lombardia è infatti la regione che ha smaltito di più. Ha registrato circa 20mila tonnellate di rifiuti elettronici complessivi. Tra le regioni più virtuose segnaliamo la Toscana, l’Emilia Romagna e il Lazio. Fanalino di coda è il Sud Italia, che trascina la media italiana al di sotto della richiesta dell’Unione europea per materiale raccolto per abitante.
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La nota positiva è che dalle 104.614 mila tonnellate di rifiuti elettronici raccolti si sono potute recuperare circa 64mila tonnellate di ferro, 2mila tonnellate di alluminio, 10 mila tonnellate di plastica e 2mila tonnellate di rame, un terzo dei quali viene tracciato e riciclato. Molta strade c’è ancora da fare per poter utilizzare efficacemente tutti i rifiuti raccolti, ma il percorso sembra quello giusto.
Infine, il riciclo dei materiali elettronici ha influito positivamente sul risparmio di energia, con la conseguente diminuzione di anidride carbonica nell’atmosfera.