Giancarlo Giorgetti potrebbe diventare ‘l’uomo degli americani’. La persona scelta cioè da Washington per cercare di indirizzare la politica italiana in senso favorevole alla permanenza a Palazzo Chigi dell’attuale premier Mario Draghi. Il ministro dello Sviluppo economico è volato da qualche giorno negli Usa per una serie di incontri ad alto livello.
Prima le visite alle sedi di Moderna e dell’Università di Harvard. Poi l’incontro con alcuni esponenti del German Marshall Fund, un think tank ‘non partisan’. Infine il faccia a faccia con il segretario al Commercio Gina Raimondo. Ma ci sarebbe dell’altro perché, secondo un retroscena pubblicato da La Stampa, gli Stati Uniti starebbero attuando una sorta di “moral suasion” su Giorgetti allo scopo di lasciare Mario Draghi a Palazzo Chigi ancora a lungo.
Insomma, gli Usa vogliono Draghi ancora presidente del Consiglio. Almeno fino alla scadenza naturale della legislatura nel 2023. Ma anche di più. Niente passaggio alla presidenza della Repubblica nel febbraio prossimo, quando si dovrà nominare il successore di Sergio Mattarella. Un bel problema anche per la Lega di Matteo Salvini che aveva puntato tutto sull’appoggio al governo Draghi per poi liberarsene nel 2023, una volta che l’ex governatore della Bce fosse asceso al Quirinale.
Secondo il quotidiano torinese, il segretario al Commercio Gina Raimondo e i consiglieri economici del presidente Usa Joe Biden avrebbero spiegato a Giorgetti di essere disposti ad aiutare l’Italia. A patto però che diventi definitivamente una “sponda affidabile” per gli americani. Fiducia che la Casa Bianca non riporrebbe invece su Germania, Francia e Gran Bretagna. Nel presunto accordo rientrerebbero pure l’apertura di una fabbrica di microchip Intel a Torino, e quella di una fabbrica di Moderna per produrre vaccini. Ma solo a patto che Draghi resti a Palazzo Chigi e non vada al Quirinale.
Potrebbe interessarti anche: Giorgetti: “La Lega molli Meloni per seguire Draghi”