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Il riciclo e gli imballaggi compostabili: un aiuto concreto per l'ambiente, una fonte di guadagno per gli investitori

Perché i rifiuti sono,oggi, così importanti? La filiera del compostaggio è cresciuta negli ultimi anni grazie alle politiche di ecosostenibilità e riciclo. Ecco perché aumentano gli imballaggi in plastica compostabili, utilissimi a diventare dei veri e propri fertilizzanti.
Secondo lo Studio Plastic Consult sono state prodotte 47800 tonnellate di imballaggi in plastica compostabile solo nel 2016, con un aumento 59% rispetto a tre anni prima. Un  altro studio, quello del Cic, ha permesso di capire quanta plastica e bioplastica è presente nel settore del compostaggio: stando ai dati sono circa 31mila le tonnellate di bioplastica e 73500 quelle di plastica, che ovviamente necessitano di essere separate dal resto per produrre compost di qualità. Purtroppo, per fare questa operazione, ci vogliono tecnologie complesse e bisogna investire su di esse.

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Riciclare: ne vale la pena?

Sì, in quanto il compost è di per sé un fertilizzante che si ricava, per l’appunto, dai materiali biodegradabili. Serve, nel settore agricolo, per migliorare la fertilità del suolo e di conseguenza la qualità della vita di moltissime persone. Come? In quanto i compost costituiscono grandi benefici, anche economici, per l’agricoltura biologica. Quindi, visti i guadagni che si possono ricavare, l’attività di compostaggio attira sempre più investimenti e si ingrandisce. Sempre secondo Plastic Consult solo nel 2016 sono 352 i milioni di fatturato, per un settore che conta quasi 4mila addetti e 152 aziende sul territorio.

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La comunità diventa consapevole

Il presidente di Assobioplastiche, Marco Versari, afferma che il settore potrebbe crescere ancora “semplicemente togliendo la parte di prodotti che dicono di essere biodegradabili e non lo sono. Così si avvicinerebbe già al miliardo di euro di fatturato, aumentando i posti di lavoro, dal momento che ogni tonnellata di bioplastica significa 60 posti di lavoro nella filiera”. L’ambiente migliora, il lavoro aumenta, l’economia cresce. L’unico problema è cercare di far capire ai cittadini quanto è importante fare la raccolta differenziata e usare materiali ecosostenibili. La consapevolezza di aiutare l’ambiente e la qualità della vita passa anche per un approccio responsabile dell’intera comunità verso la materia.
In generale i dati sul riciclo sono molti positivi, ma non uguali per tutte le regioni. Il Veneto, ad esempio, rappresenta una regione virtuosa con circa 25 chili ad abitante, mentre la Sicilia ne porta 4 per abitante. La situazione può anzi deve necessariamente migliorare anche attraverso le istituzioni e le amministrazioni, che devono essere in grado di fornire servizi appositi per la propria comunità.
La raccolta differenziata non è un fine, è un mezzo. Il fine ultimo è il riciclo, quindi la raccolta differenziata deve essere fatta bene e deve essere di qualità”, afferma sull’argomento il presidente di Conai Giorgio Quagliuolo.

Fonte: Adnkronos

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