Uno dei fronti più caldi che attende il governo, quello del Mes. Sul quale la formazione giallorossa capitanata da Giuseppe Conte rischia addirittura di spaccarsi, divisa tra favorevoli e contrari al ricorso al Salva-Stati. Un tema sul quale è intervenuto in queste ore Nicola Giammarioli, segretario generale e numero due dello stesso Meccanismo di Stabilità Europeo, chiarendo: “Alle attuali condizioni di mercato, i tassi di interesse sono negativi. Quindi non solo l’Italia non pagherebbe alcun costo aggiuntivo, ma si troverebbe a rimborsare una cifra inferiore a quella ricevuta”.
In un’intervista a la Repubblica, Giammarioli ha affermato che per il Fondo Salva Stati su questa base “oggi l’Italia risparmierebbe 500 milioni all’anno, ovvero 5 miliardi nei 10 anni coperti dalle nostre linee di credito. Sono soldi che potrebbero essere impiegati per finanziare altre politiche a beneficio dei cittadini”. Di conseguenza “secondo le nostre analisi, che derivano anche dalle discussioni con gli investitori, l’accesso alla nostra nuova linea di credito non provocherebbe alcuno stigma, non ci sarebbero danni di fiducia sui mercati.
“Non si tratta di un salvataggio – ha chiarito Giammarioli – come quelli del passato, non è un soccorso lanciato durante una crisi finanziaria o per rimediare a scelte sbagliate di un governo. Si tratta di una linea di credito studiata per rispondere alla pandemia, fenomeno del quale nessuno ha colpa quindi il debito diventa meno costoso con un significativo beneficio finanziario”.
“Dobbiamo essere molto chiari: con le nuove linee di credito il Meccanismo non può imporre alcun genere di condizionalità ex post, austerity, troika, taglio delle pensioni o del settore pubblico. Siamo in un altro campo da gioco rispetto al passato: l’unica condizione da soddisfare è che i soldi siano usati per la sanità”.
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