Un selfie costato caro, carissimo a un dipendente di una azienda bolognese e da sei anni rappresentante Rsa della Filt-Cgil, Cristian Lanzi, 47 anni, che è stato licenziato in tronco proprio a causa di una autoscatto. Per la precisione, quello realizzato con il leader della Lega Matteo Salvini durante una manifestazione del Carroccio a Minebio, paese in provincia di Bologna, alla quale ha deciso di prendere parte nonostante teoricamente fossa a casa per malattia.
Impiegato in una azienda logistica e candidato a maggio, non eletto, al consiglio comunale del comune di residenza con una lista appoggiata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, l’uomo è stato beccato dai datori di lavoro proprio grazie alle immagini riprese da una tv locale allo zuccherificio di Minerbio Coprob. E così dopo una lettera in cui gli è stato annunciato un procedimento disciplinare, che però il dipendente dice di non avere ricevuto, è scattato il provvedimento di licenziamento.“Non credo di aver fatto nulla di male — è stata la difesa di Lanzi attraverso le pagine de il Corriere della Sera — e lo dimostrerò nelle sedi opportune”. E poi ha spiegato: “Era personalmente alla visita del segretario della Lega benché fosse in malattia. Tale presenza è documentata da immagini e video mentre, apparentemente in buona salute, era intento a farsi fotografare”.
“Quell’immagine — è stato il il dipendente licenziato— ha indispettito i suoi colleghi di lavoro, anche in considerazione della sua carica sindacale”. Un licenziamento per giusta causa che, assistito dai legali Francesco Alleva, Ugo Lenzi e Gabriele Cazzara, Lanzi ha deciso di impugnare. Innanzitutto perché la contestazione disciplinare, che aveva preceduto il licenziamento, “non mi è mai arrivata” stando a quanto dichiarato dal diretto interessato.
Exit poll: Bonaccini avanti sulla Borgonzoni in Emilia Romagna