Un tour attraverso le province della Lombardia. Per presentare il suo libro, Milano e il secolo delle città. Ma anche per confrontarsi con gli amministratori locali in un periodo in cui Giuseppe Sala e provare a indicare loro la strada da seguire in questo complicato periodo storico. “C‘è il rischio che la Lega prenda sempre più quota infrastrutture – spiega il primo cittadino milanese – sulla Tav, sul terzo valico, sul prolungamento della metropolitana da Milano a Monza. Vorrei diventare un punto di riferimento per il nord. Lo sento come un dovere”.
A spaventare Sala ci sono innanzitutto le europee ormai quasi alle porte. Ma anche le regionali in Piemonte, ultimo baluardo della sinistra nella parte settentrionale dell’Italia. Con un occhio a quanto sta accadendo all’interno del Pd: “
Le primarie saranno un passaggio necessario ma con tanti candidati in campo si parlerà più di nomi che di contenuti, più di Renzi che del merito”. Milano deve essere pronta a fare la sua parte: “Voglio evitare che la città, che funziona, venga vista come isolata ed egoista”.Un’agenda molto fitta, quella di Sala. Volato in Giappone per sostenere la candidatura di Milano alle Olimpiadi 2026. E pronto a partire nelle prossime settimane alla volta degli Stati Uniti, dove si tratterrà per sette giorni: “Sarà un viaggio tra la politica e la finanza. Sarà anche l’occasione per incontrare i nuovi eletti democratici”. Il tutto nella speranza di riuscire a dare fiato a quella parte del Paese che non si riconosce nel governo gialloverde. “Sento un grande fermento al nord che per adesso è ancora solo un mugugno. I Cinque Stelle sono visti con disincanto e c’è il rischio che la Lega prenda sempre più quota. Va bene capire le ragioni ma poi bisogna essere conseguenti”. Di fare un passo avanti a livello nazionale, almeno per ora, Sala dice di non volerne sapere. La partita si gioca sul territorio, tra quei cittadini che “chiedono certezze” e che aspettano progetti capaci di farli di nuovo innamorare.
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