Il governo si prepara a varare una stretta sui cortei dei No green pass. Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese preannuncia un cambio delle regole con manifestazioni vietate nei centri delle città e nelle vie dello shopping e sit-in al posto dei cortei. La notizia preoccupa chi difende in ogni caso il diritto delle persone a manifestare liberamente il proprio dissenso rispetto alle decisioni delle autorità. Ma, allo stesso tempo, mette fiato in corpo a chi, come il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, si augura che vengano varate leggi speciali “come ai tempi delle Brigate Rosse”.
L’annuncio della stretta sui cortei decisa dal governo Draghi trova un coro quasi unanime di consensi tra la classe politica. Intervistato dal Corriere della Sera, il sindaco di Trieste in quota centrodestra si dimostra ancora più duro di quanto promesso da Luciana Lamorgese. “Se è davvero così stappo lo champagne”, esulta Dipiazza alla notizia dei divieti in arrivo contro le proteste dei No green pass. I manifestanti triestini, promette, “li metteremo tutti a Porto Vecchio, lontano da alberghi, ristoranti e negozi che in questo periodo stanno subendo danni enormi”.
Il giornalista gli domanda cosa farebbe lui se fosse al governo. “Farei come ai tempi delle Brigate Rosse: leggi speciali. Allora c’era l’emergenza terrorismo, oggi c’è la pandemia ma il periodo è sempre drammatico. A mali estremi, estremi rimedi”, replica in maniera durissima il primo cittadino di Trieste.
Certo, Dipiazza riconosce il diritto a manifestare delle persone, “ma con dei limiti. E il limite maggiore è il diritto degli altri alla salute e al lavoro. E queste continue manifestazioni lo violano, come dimostra il focolaio fra i manifestanti” scoppiato nei giorni scorsi a Trieste. “Io non voglio più zone gialle, arancioni , rosse e chiusure. Non è possibile che un’intera città venga rovinata da quattro deficienti”, conclude il suo sfogo.
Potrebbe interessarti anche: La sfida dei No green pass: Milano e Trieste tornano in piazza