Vicinissimi a realizzare il loro sogno, quello di prendere l’aereo e volare in Italia, a Roma, per iniziare una nuova vita e iniziare un percorso di studi. E invece costretti, a pochi passi dall’aeroporto di Kabul, a tornare indietro. Duecento, in totale, gli uomini e le donne segnati sulle liste del nostro ministero della Difesa e pronti a viaggiare verso il nostro Paese. Obbligati alla retromarcia dall’attacco kamikaze dell’Isis-K che ha provocato una strage nello scalo afghano.
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Strudenti e studentesse, docenti, parenti. Costretti momentaneamente a rinunciare al loro sogno e ora alla ricerca disperata di una nuova occasione per lasciare l’Afghanistan per correre a sedersi sui banchi di una scuola, in Italia. Alle pagine di Repubblica, la rettrice della Sapienza di Roma Antonella Polimeni, magnifica rettrice dell’università Sapienza di Roma ha spiegato: “Faremo qualunque sforzo per portare qui queste persone”.
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“Certo, la nuova esplosione vicino all’aeroporto ci preoccupa”, ha poi aggiunto Polimeni. Dicendosi però ottimista circa la possibilità che studenti e docenti possano comunque riuscire a raggiungere l’Italia: “Per il momento sono al sicuro. Una parte di loro proveniva da Herat, ma fortunatamente ora si nasconde a Kabul: tornare indietro sarebbe troppo pericoloso. Sono divise in gruppi da 12/20 con un coordinatore in contatto sia con noi che col governo. Ovviamente quando dico ‘al sicuro’, intendo che non si trovano in strada, ma in appartamenti provvisori: sono costrette a spostarsi ogni tre giorni, per ragioni di sicurezza”.
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La Farnesina ha precisato di avere la “massima attenzione” nei confronti della vicenda, con una riunione in programma nelle prossime ore per definire eventuali interventi: “Puntiamo molto sulla missione franco-inglese nell’auspicio di qualche corridoio o volo”.
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