Matteo Salvini adotta da tempo una strategia comunicativa ben precisa: puntare a stuzzicare gli umore degli italiani, colpendoli alla pancia ogni volta possibile, senza offrire loro reali alternative. Un copione che negli ultimi mesi ha smesso di dare i suoi frutti, con i sondaggi ormai stabilmente in calo per una Lega che vede minacciata addirittura la sua leadership nel centrodestra. E dal quale però il Capitano non pare intenzionato ad allontanarsi, come dimostrato dall’ultima uscita su Rai Tre, in diretta alla trasmissione Mezz’ora in Più.
Salvini ha affrontato il tema della scarcerazione di Giovanni Brusca dopo 25 anni anni di carcere per efferati delitti di mafia, tra i quali oltre 150 omicidi, puntando il dito contro la legge attualmente in vigore, a suo dire ritenuta ingiusta dal 90% delle persone che ha partecipato a un recente sondaggio virtuale. Ignorando, forse, che quella norma era stata voluta e difesa da Giovanni Falcone, che la riteneva uno strumento prezioso per convincere i pentiti a parlare e aiutare così la giustizia a smantellare la mafia.
“Ho fatto un sondaggio sul mio Instagram su Brusca e il 90% delle persone ha risposto che bisogna cambiare la legge” ha spiegato Salvini, mostrando alle telecamere il proprio telefonino con l’esito della rilevazione. Calcando così l’onda di indignazione per quanto accaduto ma senza, di fatto, spiegare per quale motivo venne scritta e approvata quella legge, difesa da Giovanni Falcone che sosteneva la necessità di concedere benefici in termine di pena per chiunque si fosse trasformato in collaboratore di giustizia.
Un caso sicuramente difficile da affrontare, quello che ha visto Brusca uscire dal carcere nonostante i gravissimi crimini di cui si è macchiato. Attorno al quale sarebbe stato auspicabile osservare riflessioni serie, complicate. Non certo le facili polemiche sollevate, per l’ennesima volta, da Matteo Salvini.
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