Vladimir Solovyov è ormai diventato un personaggio conosciuto anche in Italia grazie alle sue frequentissime apparizioni televisive. Il conduttore della televisione pubblica russa stavolta finisce al centro di un’aspra polemica a causa dell’argomento trattato durante l’ultima puntata del talk show che conduce. Si discute tra gli ospiti del destino che dovrà toccare a tre mercenari stranieri catturati in Ucraina. “Li impicchiamo o li squartiamo?”, questo il tema centrale dell’agghiacciante dibattito.
I tre mercenari stranieri catturati nel Donbass, due britannici e un marocchino, sono appena stati processati e condannati a morte da un tribunale della Repubblica di Donetsk. Ma evidentemente questo non basta agli ospiti della trasmissione condotta da Solovyov. I partecipanti al dibatitto si dividono per così dire in due ‘scuole di pensiero’. Da una parte ci sono i tradizionalisti secondo i quali i tre uomini dovrebbero essere fucilati come accade con tutti i soldati.
I modernisti, invece, spingono per l’impiccagione. E a sostengo della loro tesi portano il caso del presidente iracheno Saddam Hussein che fu proprio impiccato. “Perché dei soldati non dovrebbero esserlo?”, domanda infuriato un ospite di Solovyov. Un accademico russo, presente nello studio televisivo, prova a suggerire di “non impiccarli ma adoperarli come merce di scambio con l’Europa”. Ma questa proposta provoca la reazione indignata degli altri ospiti.
“Di loro, degli europei, non ci fidiamo”, sbotta qualcuno. Insomma, il livello del dibattito sulla televisione russa non è nemmeno se sia giusta o sbagliata la pena di morte in sé. Ma quale tipo di morte violenta sia più adatta per i prigionieri di guerra. Una concezione della vita, e della morte, totalmente agli antipodi rispetto alla mentalità occidentale. Forse anche per questo la battaglia tra le due parti in guerra in Ucraina si sta trasformando in uno scontro di civiltà.
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