Un nuovo transistor artificiale in grado di apprendere e di memorizzare, come accade nel cervello umano. E’ questo il risultato che si deve a un’équipe di scienziati del Laboratory of Organic Electronics, alla Linköping University, in Svezia, coordinata dall’italiano Simone Fabiano: i ricercatori sono infatti riusciti a mettere a punto una tecnologia che imita ciò che accade nelle sinapsi, ovvero le strutture che connettono le cellule nervose nel cervello. Il transistor è basato su polimeri organici in grado di imparare come e quando creare nuove connessioni, e memorizzare informazioni a breve e a lungo termine. Un lavoro che segna un passo importante verso la creazione di una tecnologia che vuole creare un vero e proprio cervello artificiale, anche se per raggiungere questo proposito la strada da fare è ancora lunga. Intanto il dispositivo messo a punto degli scienziati potrà trovare applicazioni più a breve termine in altri campi, tra cui il miglioramento delle intelligenze artificiali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Advanced Science.
“Quello che abbiamo messo a punto”, racconta Fabiano al giornale Repubblica, docente alla Linköping, “è il primo transistor al mondo basato su materiale organico in grado di crescere in presenza di determinati stimoli esterni”. I transistor tradizionali (ovvero quelli in silicio, presenti per esempio nei computer e nei telefoni cellulari) hanno invece una struttura immutabile: “Il nostro, al contrario”, continua Fabiano, “può essere polimerizzato, ossia cambiare la propria struttura formando catene sempre più lunghe. E, cosa ancora più importante, può ‘imparare’ a farlo, imitando il comportamento di una sinapsi”.
Fino ad ora, i cervelli umani sono stati unici nel riuscire a creare connessioni dove prima non ce n’erano. In un articolo scientifico sulla scienza avanzata , i ricercatori dell’Università di Linköping descrivono un transistor che può creare una nuova connessione tra un input e un output. Hanno incorporato il transistor in un circuito elettronico che impara a collegare un determinato stimolo con un segnale di uscita, nello stesso modo in cui un cane apprende che il suono di una ciotola di cibo in preparazione significa che la cena è in arrivo. Dunque il dispositivo è in grado di immagazzinare dati (sotto forma di corrente a intensità variabile) sia a lungo che a breve termine, imitando ancora una volta, la fisiologia cerebrale umana.
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