A due anni dalla conclusione della fase più critica della pandemia da Covid-19, periodo durante il quale il Governo aveva imposto misure drastiche come il lockdown e il controverso Green Pass, emergono nuove informazioni che riaccendono il dibattito sull’efficacia dei vaccini a mRNA utilizzati durante l’emergenza sanitaria. L’ultima novità arriva grazie all’intervento dell’Associazione Arbitrium PSG, che ha rivolto alcune domande alle autorità competenti in merito alla campagna vaccinale.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), rispondendo al quesito dell’Associazione su quale medicinale fosse stato autorizzato in Italia con l’indicazione specifica di prevenzione della trasmissione del virus Sars Cov-2, ha chiarito che “nessun vaccino Covid-19 approvato contiene l’indicazione: prevenzione della trasmissione dell’infezione da Sars Cov-2”. L’Avvocato Valeria Panetta, rappresentante dell’Associazione, ha espresso sorpresa riguardo alla risposta dell’Aifa, sottolineando che il Ministero della Salute ha dichiarato di non possedere la documentazione richiesta, mentre l’Istituto Superiore di Sanità ha indirizzato l’Associazione all’Aifa.
Panetta ha poi aggiunto che l’Aifa non ha potuto nascondere una realtà già nota, ossia che i vaccini non sono in grado di prevenire la trasmissione del virus. “La risposta è clamorosa”, ha affermato l’Avvocato, “perché potrebbe aprire nuovi scenari sia politici che giudiziari, confermando che la normativa vigente sul Covid si basava su presupposti che ora si dimostrano errati”. Secondo la Panetta, questa interpretazione mette in evidenza la differenza tra prevenire l’infezione da Sars Cov-2 e prevenire la malattia da Covid-19, un aspetto che sarebbe stato trascurato nella legislazione.
Citando l’Art. 4 della legge sugli obblighi vaccinali per gli operatori sanitari, Panetta ha ricordato che questi ultimi erano obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da Sars Cov-2, requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle attività lavorative. Secondo l’Avvocato, ciò implica che lo Stato ha imposto la somministrazione di un prodotto che non rispondeva alla finalità per cui era stato reso obbligatorio, sollevando dubbi anche sull’introduzione del Green Pass.
In realtà, l’Aifa aveva già ammesso in passato che i vaccini non fermavano la trasmissione del virus. Nelle FAQ pubblicate il 4 agosto 2021, l’Agenzia affermava chiaramente che i vaccini in uso emergenziale non prevenivano la trasmissibilità del virus, ma solo la malattia Covid-19 causata da Sars Cov-2. Ora, con l’istituzione delle Commissioni d’Inchiesta di Camera e Senato sulla gestione della pandemia, la risposta dell’Aifa potrebbe alimentare ulteriori polemiche su tre punti chiave: la mancata prevenzione della trasmissione del virus, le comunicazioni discutibili del Governo in merito, e l’efficacia dei vaccini nel ridurre la gravità della malattia, ritenuta comunque significativa da molti esperti.