Teheran annuncia vendetta dopo la morte del generale Soleimani, mentre il resto del mondo prende le distanze dalle annunciate ritorsioni ma sottolinea comunque il clima di terrore, non sempre schierandosi dalla parte statunitense. La Russia parla di “errore, capace di innescare tanto una guerra quanto una corsa all’atomica iraniana”, mentre il Giappone invoca “il rispetto della sovranità territoriale irachena” invitando Washington alla moderazione.
La Repubblica Islamica, intanto, ha chiarito che una risposta ci sarà e sarà dura. La Guida Suprema Alì Khamenei ha minacciato “una dura vendetta al momento opportuno e nel posto giusto”. Prima i giorni di lutto nazionale, con il sostituto di Soleimani, Esmaïl Qaani, che preparerà poi il piano d’azione. Anche il presidente Hassan Rouhani, solitamente molto più moderato e pronto alla mediazione, ha detto: “le nazioni libere del Medio Oriente prenderanno la loro rivincita sull’America criminale”.
Ancora più esplicito il generale dei Pasdaran (i Guardiani della Rivoluzione) Reza Naghd: “Gli americani preparino le bare per i loro soldati”. In tutta la Repubblica Islamica decine di migliaia di persone vestite a lutto hanno agitato le foto di Soleimani e scandito il tradizionale coro “morte all’America”.
Un clima di altissima tensione che i media iraniani stanno creando per preparare la loro reazione militare, per far passare come “giustificate” le azioni in programma nelle prossime settimane. E per questo chiede l’aiuto degli alleati dal Libano, dallo Yemen, dall’Afghanistan, dall’Iraq. La contro-propaganda Usa è arrivata con un tweet del Segretario di Stato Mike Pompeo che ha mostrato un corteo a Bagdad favorevole all’eliminazione di Soleimani.
Perdono un beauty case con migliaia di euro in gioielli: una ragazza lo trova e glielo restituisce