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Il vino italiano di qualità vince in patria e all’estero

Bere meno ma bere meglio, con più attenzione alla qualità. Il rapporto Censis per Federvini 2017 mostra come gli italiani siano passati, negli ultimi venti anni dal bere al degustare.
vino italiano - degustazione


I dati generali del consumo di vino sono rimasti sostanzialmente invariati mentre assistiamo invece ad una diminuzione dei grandi consumatori: il numero di quanti dichiarano di berne più di mezzo litro al giorno è passato infatti dal 7,4% del 1983 al 2,3% del 2016. In Italia beve vino più del 50% della popolazione, 28 milioni di persone così suddivise per fasce di età: il 58,4% di età compresa tra i 35 e i 64 anni, il 54,6% di persone con oltre 65 anni e il 46% di giovani della Generazione Y, quella che comprende la fascia di età che va dai 18 ai 34 anni.
L’analisi dei consumi nella generazione più giovane mostra come questi siano più indirizzati verso un consumo di valore, dove la ricerca della qualità diventa il criterio prevalente nella scelta del vino, anche rispetto al prezzo. I giovani hanno un consumo più consapevole del vino, ne bevono meno (nel 2016 solo lo 0,7% dei Millennials dichiara di berne più di mezzo litro al giorno) ma sono consumatori evoluti ed informati che preferiscono vini italiani di valore, dotati di certificazione d’origine e ne fanno un uso prevalentemente conviviale.
vino italiano - cantine Florio
Il vino resta un prodotto di eccellenza del made in Italy, parte integrante della nostra cultura nazionale e delle tradizioni delle regioni d’Italia e come tale è vissuto dai consumatori come un bene ad alto tasso di connotazione simbolica. Dopo il periodo di drastico calo dei consumi legato alla crisi che aveva visto ridurre la spesa del 21% ( la stessa riduzione osservata per tutto il comparto alimentare) negli ultimi due anni i wine lovers hanno ricominciato a spendere per l’acquisto del vino, segnando un aumento significativo del +9%, contro uno 0,5% di crescita del settore alimentare. “In un contesto di crisi si tratta di un dato di rilevanza assoluta che indica la centralità del vino nei consumi quotidiani e la ricerca costante della qualità” – commenta Sandro Boscaini, presidente di Federvini – “il consumatore più evoluto ed informato sceglie il vino come alimento”.

Quali sono i criteri di scelta degli amanti del vino?

Sostanzialmente sono tre i fattori che guidano gli italiani nella selezione e l’acquisto:

  • Il primo sicuramente è l’italianità: il 91,2% degli interpellati dichiara che il principale requisito nella scelta di un vino sia l’essere prodotto in Italia.
  • Il secondo requisito è possedere una certificazione di origine. I vini Dop (Denominazione di origine protetta) sono preferiti dall’85,9% degli intervistati e un altro 85,2% sceglie anche in base all’Igp (Indicazione geografica protetta).
  • Anche il marchio resta un fattore di scelta determinante: per il 70% dei consumatori intervistati il brand è garanzia di qualità, e questo dato del report del Censis è anche interessante in un’ottica di export del prodotto italiano.

vino italiano - bollicine

I successi dell’export

Lo scorso anno la produzione di vino in Italia ha quasi raggiunto i 60 milioni di ettolitri, superando quella francese, spagnola, tedesca e portoghese. Nel periodo 2011-2016 il valore dell’export è aumentato del 27,6%, raggiungendo la ragguardevole quota di 5,6 miliardi di euro. La vendita degli spumanti italiani, nell’ultimo quinquennio, è cresciuta del 117,9% e se il mondo brinda con le bollicine italiane anche i vini Dop e Igp hanno registrato un aumento delle vendite rispettivamente del 44,8% i primi e 24,1% i secondi. Il settore vini nell’export agroalimentare gode di buona salute ma, in termini assoluti, esportiamo ancora meno rispetto alla Spagna e il valore del nostro vino è inferiore a quello francese e perfino a quello tedesco: un ettolitro di vino italiano vale 191,4 euro a fronte dei 316,6 euro del valore di quello francese e dei 207,7 euro del valore del vino tedesco.
“A livello europeo gli ostacoli sono derivati più da difficoltà interpretative che da impedimenti oggettivi veri e propri. È il caso delle indicazioni nutrizionali o del complesso iter della registrazione delle indicazioni geografiche – commenta il presidente di Federvini Boscaini–” il valore della produzione e l’export possono essere implementati attraverso un modello imprenditoriale e di comunicazione maggiormente adeguati ad un mondo globalizzato ed interconnesso”.