Alitalia ha tagliato il traguardo del terzo trimestre con ricavi da passeggeri in crescita del 7% e del 9% nel solo mese di settembre. Lo ha detto il commissario straordinario Luigi Gubitosi in audizione alle commissioni Lavori Pubblici e Industria del Senato, che ha dichiarato: “L’azienda va meglio, abbiamo avuto un buon trimestre. La società sta crescendo in termini di ricavi. Il mese di settembre è andato decisamente meglio, è cresciuto del 9%, il trimestre nel suo complesso è stato del 7% e ci aspettiamo che lo stesso avverrà nel quarto trimestre”. La scadenza della procedura di vendita è stata fissata per il 31 ottobre. Il commissario, ha spiegato che Alitalia si sta preparando ad iniziare l’atterraggio, ma si vedrà quanto sarà lunga la procedura per attuarlo. Nei 17 mesi prima dell’arrivo dei commissari, Alitalia aveva bruciato 549 milioni di euro. Nei 17 mesi successivi ha invece bruciato 113 milioni di euro. Questo è quanto è emerso da un documento riservato consultato da Il Sole24Ore.
Risulta quindi evidente che la venuta dell’amministrazione straordinaria, ad inizio maggio dello scorso anno, ha dato i suoi buoni frutti: la compagnia sta andando meglio, da luglio a settembre i dati di traffico sono positivi, anche se bisogna tenere a mente che i mesi estivi sono buoni per quasi tutte le compagnie. Nel terzo trimestre del 2018 i ricavi da passeggeri raggiungeranno quota 835 milioni contro i 779 milioni del terzo trimestre del 2017. L’attività di riduzione dei costi di leasing per circa 52 milioni di euro. Alitalia dovrebbe chiudere l’anno con un giro di affari attorno ai 3 miliardi. Nella situazione debitoria attuale di Alitalia ci sono 900 milioni dovuti allo Stato (esclusi gli interessi, per una cifra complessiva attorno a 1,1 miliardi. I debiti verso fornitori sono per 866 milioni: sono ben 630 milioni all’interno della procedura concorsuale, mentre il resto è debito normale da rimborsare.
“Prima si decide e meglio è e non mi risulta che ci sia intenzione di procrastinare la soluzione per il futuro di Alitalia – ha proseguito Gubitosi, rispondendo alle domande dei parlamentari – Ritardare di sei mesi la decisione in un senso o nell’altro, significherebbe aggravare di sei mesi il problema”. Quindi, secondo le parole di Gubitosi, se venisse trovata ora una soluzione, formando una cordata di compratori per le attività, resterebbero soldi in cassa da restituire allo Stato italiano. Al contrario, un’attesa di mesi non avrebbe altra conseguenza che brucerebbe ulteriore cassa. A quel punto tutto sarebbe più difficile.
Il commissario straordinario ha anche espresso grande preoccupazione per l’aumento dei prezzi del petrolio che “si rifletterà non tanto su quest’anno, ma porterà ad un aumento importante dei costi l’anno prossimo”. Intanto la situazione di Alitalia però resta ancora confusa, tra ipotesi di interventi di Fs, Poste, Cassa depositi e la scesa in campo di un possibile socio cinese.
Ti potrebbe interessare anche: Altro che decollo, Alitalia tracolla! Contratti in scadenza, sarà autunno caldo