Il film “Sulla mia pelle”, che racconta gli ultimi giorni di Stefano Cucchi, sta avendo un riscontro incredibile in tutta Italia, raccogliendo consensi e, soprattutto, sensibilizzando tutti su una vicenda che ha ancora tante, tante ombre e poche luci. O meglio, per molti la luce è assai chiara, ma il cammino giuridico continua a rivelarsi fallace in più punti e così, ufficialmente, non esiste ancora una verità. La sorella Ilaria continua la sua battaglia, e durante una delle ultime proiezioni si è lasciata andare ad una dura accusa. “Stefano è stato così ben rappresentato da Alessandro Borghi che continua ad essere piantonato anche da morto durante la proiezione del film ‘Sulla mia pelle’. Consiglio al questore di Rimini di guardare il film fino alla fine così potrà capire che Stefano è morto e quindi non è più pericoloso. O siamo ritenuti pericolosi io e il mio avvocato”.
Lo dice Ilaria Cucchi, sorella del giovane morto nell’ospedale Pertini e la cui vicenda è oggetto tuttora di inchieste giudiziarie sulle responsabilità proprio del decesso, anche tra rappresentanti delle forze dell’ordine all’epoca del suo arresto, in relazione alla proiezione ieri nella città romagnola del film ‘Sulla mia pelle’ presentato anche alla recente Mostra del Cinema di Venezia- del decesso.
Ilaria Cucchi sottolinea che “con tutto quel che c’è da fare, ieri sera il questore di Rimini ha ritenuto di far piantonare, per tutto il tempo della proiezione del film e del dibattito”, la sala cinematografica dove è stato proiettato il film e dove erano presenti lei e l’avvocato Fabio Anselmo, che rappresenta la famiglia Cucchi. “Chiedo al questore di Rimini e al ministro Salvini se questo era veramente necessario”.
“Tempo e denaro pubblico persi, al di là che i due poliziotti mi hanno fatto veramente tenerezza. Non sarebbe meglio dedicare attenzione ai criminali?”, aggiunge la donna.
Il questore di Rimini Maurizio Improta ha chiamato Ilaria Cucchi in serata. “E’ stata una telefonata cordiale, ci siamo chiariti. Ho il massimo rispetto per lui”, conferma la sorella di Stefano. “Il questore mi ha spiegato – ha detto Ilaria Cucchi – che è una prassi per le ‘prime’, anche se questa non era una prima”.
Secondo quanto filtra da ambienti della questura riminese si tratta di una presenza che viene predisposta per tutti gli eventi di richiamo, soprattutto in estate.