Il Movimento 5 Stelle perde un altro pezzo, e la crisi del partito sembra arrivata a un punto di non ritorno. Dopo il “tragico” 7,4% raccolto in Umbria e le polemiche interne, la sindaca 5 Stelle di Imola, Manuela Sangiorgi, ieri sera ha spiazzato tutti e si è dimessa. Con parole davvero emblematiche: “Non voglio essere un burattino nelle mani del Pd”, ha detto, confermando le dimissioni irrevocabili. Era stata eletta a giugno del 2018. “Ho iniziato a fare politica otto anni fa per combattere una degenerazione del sistema, votato alla conquista del potere e dei soldi e sempre meno attento a servire la comunità”, ha scritto in un lungo post su Facebook.
“In particolare, una classe politica sempre meno attenta alle fasce di cittadini più deboli e al rispetto del bene comune. Da 73 anni il PD è al potere e negli ultimi anni si è superato. Sempre più famelico ha creato dei gran sistemi svuotatasche a fronte di servizi sempre meno efficienti”, si legge ancora.
Cade dunque dopo meno di un anno e mezzo dalle elezioni la giunta monocolore del Movimento 5 Stelle. Oggi, in consiglio comunale, la Sangiorgi rassegnerà ufficialmente le sue dimissioni da prima cittadina di Imola. Davanti agli imolesi la pentastellata Sangiorgi ha detto di non sentirsi più parte del Movimento 5 Stelle, con cui aveva vinto le elezioni nel giugno del 2018 al ballottaggio strappando il 55,4% dei voti, e che non ci sarebbero più le condizioni politiche per andare avanti.
Per questo ha annunciato questa sera in piazza Matteotti le sue dimissioni irrevocabili dalla carica. “Non c’erano più le condizioni per andare avanti”, ha detto durante un discorso tenuto davanti a circa 200 cittadini. “Ho bisogno dell’appoggio per fare quello per cui i cittadini mi hanno votata – ha aggiunto – non posso rischiare di diventare un burattino in mano al Pd”.
Il successo di Sangiorgi nella sua città aveva segnato una sconfitta particolarmente simbolica per il centrosinistra dell’Emilia-Romagna, perché Imola era sempre stata considerata una roccaforte inespugnabile, sia per il fortissimo radicamento del partito, sia per la presenza di moltissime grandi cooperative che per anni sono state una forma di finanziamento e un bacino di consenso per lo stesso centrosinistra.
Nel corso dei 15 mesi di governo della città, piuttosto travagliati, Sangiorgi ha visto andar via, per dimissioni o revoca dell’incarico, cinque assessori della sua compagine, e nelle ultime settimane l’appoggio di numerosi consiglieri di maggioranza. Un duro colpo, dunque, in vista delle elezioni regionali in Emilia che risultano già decisive per la tenuta del governo giallorosso. Con questo scossone, probabilmente, si scrive davvero la parola fine sull’alleanza (anche locale) tra M5S e Pd.
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