Donne, imprenditrici di successo ma soprattutto grandi protagoniste del mondo dell’innovazione europea: è questo il profilo delle 12 finaliste del celebre premio “ΕU Prize for Women Innovators 2018”, istituito dall’Unione Europea e finanziato nell’ambito di Horizon 2020. Le imprenditrici donne selezionate accederanno ad un premio complessivo di 200mila euro, così suddiviso:
- 100mila euro alla prima classificata;
- 50mila euro alla seconda classificata;
- 30mila euro alla terza classificata;
- 20mila euro alla vincitrice della sezione “Rising Innovator”.
Imprenditrici donne: un premio europeo per valorizzare l’imprenditoria innovativa “in rosa”
Lo scorso 8 marzo, in occasione della Festa Internazionale della Donna, Carlos Moedas – commissario per la ricerca, la scienza e l’innovazione – ha annunciato i nomi delle finaliste del premio dedicato alle imprenditrici donne d’Europa di quest’anno, durante una riunione della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo. È proprio in quest’occasione che Moedas ha affermato “In questo giorno il mondo urla l’importanza dell’uguaglianza di genere. A mio parere, la battaglia deve essere vinta su molti fronti. E due dei nostri strumenti più potenti per potenziare le donne sono la scienza e l’innovazione. Questo è il vero spirito del premio UE per le donne innovatrici”.
- L’originalità e la commerciabilità del prodotto o servizio sviluppato e fornito dalla società del concorrente.
- L’impatto economico – L’impatto economico di un prodotto o servizio dell’azienda per l’Europa è misurato dal numero di paesi (all’interno e all’esterno dell’UE) in cui il prodotto o servizio è venduto e dalla dimensione del fatturato realizzato con questo servizio o prodotto nel 2015 e 2016.
- L’impatto sociale – l’impatto sociale di un prodotto o servizio dell’azienda per l’Europa. Sarà misurato dal numero di posti di lavoro creati e dal potenziale del servizio o prodotto per aiutare l’Europa ad affrontare le sfide della società (l’invecchiamento della popolazione europea, il riscaldamento globale, l’acqua pulita, l’energia rinnovabile e l’efficienza delle risorse).
- L’impatto e il ruolo di guida del concorrente. I concorrenti devono spiegare in che modo il loro ruolo nella società ha influenzato il successo dell’azienda e delinea il loro potenziale per consentire ad altre donne di essere leader e imprenditori.
Le imprenditrici donne più innovative d’Europa: ecco chi sono
Come anticipato, il premio ΕU Prize for Women Innovators 2018 ha selezionato 12 imprenditrici donne, tutte capaci di poter rivoluzionare l’Europa con i prodotti e/o servizi proposti dalle loro aziende. Ma chi sono, in definitiva, le donne più innovative di tutto il Vecchio Continente? Nella categoria principale troviamo:
- Alicia Asìn Pérez – Spagna :co-fondatrice della società Libelium a Saragozza, che sviluppa una tecnologia di sensori intelligenti per diverse applicazioni.
- Rima Balanaskiene – Lituania: ha fondato l’azienda Aconitum a Kaunas, che sviluppa e produce innovativi farmaci a base di erbe e integratori alimentari.
- Clare Bradley – Regno Unito: ha fondato il gruppo Health Psychology Research (HPR) a Londra, specializzato nello sviluppo e nell’uso di misure di outcome riferiti dal paziente nella ricerca internazionale sulla salute.
- Martine Caroff – Francia: ha fondato la società LPS-BioSciences a Parigi, specializzata in endotossine batteriche per vaccini, diagnostica in vitro, cosmetici e dispositivi medici.
- Gabriella Colucci – Italia: ha fondato l’azienda Arterra a Napoli, che scopre e produce composti attivi per applicazioni industriali, in particolare cosmetici e agricoltura.
- Walburga Frolich – Austria: ha co-fondato la società atempo a Graz, che consente alle persone con difficoltà di apprendimento di entrare nel mercato del lavoro come impiegati retribuiti.
- Maria-Pau Ginebra – Spagna: ha fondato la società Mimetis a Barcellona, che progetta e produce nuovi biomateriali sintetici per la rigenerazione ossea e applicazioni ortopediche.
- María Luisa Hernandez Latorre – Spagna: ha co-fondato la società Ingelia a Valencia, basata su una nuova tecnologia industriale che trasforma i rifiuti organici in biomateriali.
- Séverine Sigrist – Francia: ha fondato la società Defymed a Strasburgo, che sviluppa dispositivi medici bio-artificiali impiantabili.
Nella categoria “Rising Innovator”, invece, le ultime tre finaliste: queste sono la norvegese Karen Dolva, la nostra connazionale Anna Fiscale e la greca Zoi Giavri.
Leggi anche: “Intelligenza Artificiale e Deep Learning: Metaliquid e la rivoluzione video”