Tra i tanti emendamenti che in questi giorni finiti sotto la lente d’ingrandimento degli italiani, tutti con oggetto la già discussa manovra di bilancio che ha aperto un fronte tra Italia ed Europa, uno che sta facendo particolarmente discutere è la possibilità di riunificare in una sola tassa l’Imu e la Tasi. La proposta è stata messa nero su bianco dal deputato Alberto Gusmaroli della Lega e nel giro di poche ore ha subito iniziato a raccogliere i primi consensi, soprattutto da parte dei Comuni.
Un passo, quello voluto dal governo, per semplificare il panorama tributario locale al momento particolarmente intrigato, con 200 diverse aliquote tra cui districarsi. La proposta di Gusrmaroli, almeno per come è formulata al momento, prevede eccezioni per alcuni casi particolari ancora da specificare nel dettaglio. Restano le incertezze su quale potrebbe essere l’aliquota unica, con varie
proposte che spaziano da un minimo di 10,6 per mille a un massimo di 11,4 per mille.Il punto più controverso è proprio quest’ultimo, un passaggio che continua ad attirare critiche sul governo. La soglia dell’11,4 per mille infatti, rappresenta al momento lo scaglione più alto di imposizione raggiunto solo in alcuni Comuni, ai quali erano state permesse maggiorazioni in ragione di bilanci locali traballanti. Nel caso si optasse per questa aliquota più alta si potrebbe registrare, a livello complessivo e quindi nazionale, un sostanzioso aumento della tassazione locale, un pericolo che comunque si sta cercando di evitare.
L’idea continua però ad affascinare per la praticità del versamento dell’imposta stessa, visto che i contribuenti potrebbero così effettuare un unico pagamento senza dover fare calcoli e versamenti separati per Imu e Tasi. Un quadro che sarà più chiaro nei prossimi giorni, quando questo e gli altri emendamenti saranno votati in Parlamento.
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