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In nome della salute pubblica, decidono come dovete vivere. Nasce lo “Stato balia”

Può un governo stabilire cosa dobbiamo mangiare, bere e come dobbiamo vivere, giustificandolo con l’interesse della salute pubblica? Questo interrogativo apre scenari che ricordano le distopie orwelliane, in cui il controllo della popolazione diventa sempre più stringente. La questione è già emersa durante la pandemia e oggi si ripresenta con forza. Keir Starmer, leader del Partito Laburista britannico, ha annunciato un piano di misure radicali per prevenire malattie e alleggerire il carico sul Servizio Sanitario Nazionale (NHS). Tra le proposte spiccano il divieto di pubblicità di cibi poco salutari prima delle ore 21:00 e il blocco totale delle inserzioni online di tali prodotti.

Queste misure sono particolarmente rivolte alla lotta contro l’obesità infantile, una problematica in crescita nel Regno Unito, dove la massiccia promozione di alimenti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale è ritenuta una delle cause principali. Un’altra proposta significativa è il divieto di vendita di bevande energetiche ai minori, al fine di ridurre i rischi cardiovascolari associati al loro consumo eccessivo. Starmer, insieme al segretario alla salute Wes Streeting, punta a rendere l’NHS più attivo nella prevenzione delle malattie, promuovendo check-up sanitari nei luoghi di lavoro per ridurre l’incidenza di patologie come diabete e malattie cardiache.

Il premier si è detto disposto a intraprendere azioni ancora più coraggiose per prevenire le malattie, anche se alcune di queste potrebbero risultare impopolari. Altre iniziative in cantiere includono l’estensione della fluorazione dell’acqua per migliorare la salute dentale e nuove normative contro il fumo, che potrebbero vietare il consumo di sigarette anche in spazi aperti. Queste politiche rispondono alle criticità sollevate dall’ex ministro della salute, Lord Darzi, il quale ha evidenziato lo stato critico in cui versa l’NHS dopo anni di disattenzione politica.

Starmer ha confermato l’intenzione del suo governo di andare avanti con queste proposte, anche a costo di affrontare critiche che lo accusano di voler imporre restrizioni alla libertà personale. L’attivista e chef Jamie Oliver ha esortato Starmer a prendere esempio dalle politiche anti-obesità di città come Amsterdam o di Paesi come Messico e Cile, che hanno implementato con successo limitazioni alla pubblicità di cibi spazzatura e imposte su zuccheri e sale, ottenendo notevoli miglioramenti nella salute della popolazione.

Nonostante gli aspetti positivi del progetto, soprattutto per quanto riguarda la protezione dell’infanzia, il dibattito etico non può essere ignorato. Molti vedono in queste misure il rischio di uno “Stato tutore” che decide ciò che i cittadini possono o non possono fare, limitando la libertà individuale con la giustificazione del benessere collettivo. La vera questione sembra però di natura economica: con l’invecchiamento della popolazione, i costi del sistema sanitario stanno aumentando vertiginosamente. Ma è davvero auspicabile uno Stato che tratta i cittadini come una sua proprietà, imponendo loro uno stile di vita salutare? Molti temono che queste politiche possano portare a derive pericolose, riducendo il diritto delle persone a scegliere autonomamente come vivere la propria vita.

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