Da Lecce, dove si trovava per le Giornate del Lavoro, Susanna Camusso aveva detto nelle scorse ore di vivere giorni intensi, complicati, un periodo buio in cui “viviamo una condizione avanzata di rancori, ricerca di colpevoli e capri espiatori su cui scaricare le situazioni irrisolte e le scelte non fatte, che hanno portato povertà e disagio”. Un evento al quale era stato dato un titolo per niente casuale, Democrazia, scelto perché “corriamo il rischio di conflitti istituzionali che, a differenza di altre stagioni, mettono a rischio il concetto dei contropoteri: la democrazia può diventare totalitaria se le regole non valgono per tutti”. E al termine del quale il segretario generale della Cgil è tornata sul concetto di Europa, con un messaggio lanciato attraverso i social suonato come il segnale di una svolta netta.
Attraverso il profilo Twitter della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, infatti, la Camusso ha scritto: “Il movimento sindacale italiano è stato per lungo tempo europeista. Ma oggi penso che dobbiamo chiederci di che Europa abbiamo bisogno”. Una riflessione che è anche un punto di rottura rispetto a una posizione, quella del sindacato, in passato sempre vicina ai vertici di Bruxelles, e che arriva in un momento in cui i movimenti antieuropeisti vedono crescere giorno dopo giorno il loro consenso all’interno della maggior parte dei paesi che fanno parte dell’Unione. E che ha spiazzato gli iscritti, divisi tra chi applaude un messaggio che suona come il tentativo di esplorare nuove strade e chi si chiede quali siano le conseguenze di questa presa di posizione inedita.
La Camusso era stata molto dura anche con il governo Conte nelle sue ultime riflessioni, parlando “una discussione tutta improvvisata che va avanti da qualche mese, fatta di slogan da campagna elettorale, annunci che si susseguono e contraddicono. Il progetto per il Paese non compare in alcun modo nella discussione”. Sul fronte europeo aveva invece anticipato che “la Cgil è profondamente europeista e proprio per questo non si accontenta dell’Europa che c’è. Il governo invece un giorno rassicura la Ue e i mercati, il giorno dopo parla come se l’Europa non esistesse. Questo ci preoccupa molto”.