Casal Palocco dinamica incidente prevede scarrocciamento. Lo youtuber Matteo Di Pietro, nel Lamborghini Suv che aveva noleggiato per le sfide social con gli amici del gruppo The Borderline, è sempre più nei guai.
Il Corriere della Sera riporta che dalle carte degli inquirenti emerge un dettaglio inquietante. Nella dinamica dell’incidente si evidenzierebbero tracce di scarrocciamento. Queste forniscono un’indicazione significativa sulla dinamica dello schianto. Lo afferma uno dei vigili urbani che collabora con i carabinieri nelle indagini. Esaminando i danni alle carrozzerie della Lamborghini e della Smart, così come il fondale stradale, emergono chiaramente la velocità eccessiva della Lamborghini e l’impatto violento con la Smart. Totalmente assenti di tracce di frenata prima della collisione. Inoltre, si notano segni di scarrocciamento sulla strada, impressi dalla Smart per una distanza di 21,70 metri. Questi segni indicano uno spostamento e trascinamento subiti dalla city car a causa del Suv.
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Incidente Casal Palocco: ecco a che velocità andava la Lamborghini
Matteo Di Pietro rischia di finire seriamente nei guai. A peggiorare la situazione processuale del ragazzo che guidava il Suv Lamborghini che nel quartiere romano di Casal Palocco ha preso in pieno una Smart, provocando la morte di un bambino di cinque anni, è l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Roma Angela Geraldi. Il magistrato nel documento segnala anche la velocità a cui verosimilmente l’auto guidata da Di Pietro stava andando al momento dell’impatto. Una velocità folle se dovesse essere confermata durante il processo.
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Il tragico mix tra gratificazione social e velocità terrificante
“Ha noleggiato il Suv Lamborghini con l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. – si legge nell’ordinanza firmata dal gip di Roma – Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità. Dall’esame dei dati dal gps del suv, emerge in buona sostanza che la Lamborghini percorreva via dei Pescatori, da cui proveniva, diretta in via Macchia Saponara, alla velocità di circa 145 km/h. Che al momento di imboccare via di Macchia Saponara alle ore 15:38, si fermava; che imboccata tale via, riprendeva velocità raggiungendo in soli 14 secondi la velocità di 124 km/h immediatamente prima dell’impatto”.
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“D’altra parte i dati tratti dal gps hanno segnalato l’accelerazione repentina del mezzo che, una volta immessosi su via di Macchia Saponara, passava in poco più di dieci secondi, da 0 km/h a 124 km/h, poco prima dell’impatto. L’assenza di tracce di frenata dimostra verosimilmente – sottolinea il gip – che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell’avvistamento dell’auto in prossimità del punto in cui si è verificato l’incidente”, prosegue così l’ordinanza del gip che conferma gli arresti domiciliari per Matteo Di Pietro.
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“Sussiste il pericolo di inquinamento delle prove. – continua l’ordinanza – Così come ritenuto dal pubblico ministero, tenuto conto del mancato rinvenimento, all’interno della Lamborghini, delle due telecamere utilizzate per la registrazione dei video che, per come riferito dagli amici di Di Pietro erano in funzione e al momento dell’incidente utilizzate da uno di loro”.
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La testimonianza dell’autista del bus
Inoltre, si legge ancora nell’ordinanza, l’autista del bus che passava in quel momento su via di Macchia Saponara ha riferito di aver visto la Smart che “azionava l’indicatore di direzione sinistro e avviava la manovra di svolta. Ad un certo punto però veniva travolta da una Lamborghini. La manovra effettuata dalla Smart per la svolta in via Archelao di Mileto era stata molto rapida, senza esitazione, cosa che lo induceva a ritenere che la conducente della Smart non avesse visto o non si fosse accorta dell’arrivo della Lamborghini, che a sua volta non aveva tentato di frenare. Dopo l’urto, la Smart era stata trascinata per alcuni metri quindi era stata sganciata dalla Lamborghini, fermando la propria corsa a ridosso del marciapiede di destra”.
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