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Incidente Marghera, la terribile accusa della società bus. Le storie delle vittime

Dopo l’incidente di Marghera, l’accusa della compagnia dei bus. Intervistato dall’Ansa, l’amministratore delegato della compagnia “La Linea”, Massimo Fiorese, lancia l’accusa. “Dai video il guardrail sembra una ringhiera, le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera”. Molto più che un dubbio, sollevato da Fiorese, la cui azienda gestisce il trasporto dei turisti dal camping di Marghera a Venezia e viceversa. Il bilancio dell’incidente avvenuto in tarda serata è di 21 vittime e 18 feriti. Ecco chi erano.
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Il bus dopo lo schianto a Marghera

L’incidente di Marghera, l’accusa della compagnia dei bus

L’amministratore della compagnia La Linea, dunque, dice la sua sull’incidente di Marghera, l’accusa della compagnia. Massimo Fiorese: . “Dai video il guardrail sembra una ringhiera, le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera”. Il bus, ricorda Fiorese, “era nuovo di zecca, elettrico”. Nei filmati si vedrebbero le batterie prendere fuoco durante la frenata e arrestarsi poco prima del guardrail, che non avrebbe retto a un impatto davvero minimo, dando l’impressione di essere più una rete di protezione che altro. Dovranno deciderlo gli investigatori.
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Chi erano le vittime dell’incidente di Marghera

L’incidente di ieri sera a Mestre ha causato ventuno morti e quindici feriti, tra cui un neonato. Undici feriti sono cittadini stranieri, precisamente quattro ucraini (due donne, un uomo e una minore), un tedesco, una francese, un croato, una coppia spagnola e due minori di origine austriaca (maschio e femmina). Alcuni di loro sono stati ricoverati in terapia intensiva, con due di loro che sono stati operati durante la notte a Padova.

È morto Alberto Rizzotto, 40 anni, conducente del bus. Per quanto riguarda le ventuno vittime, solo sette di loro sono state identificate finora. Queste sette vittime includono quattro o cinque ucraini (la nazionalità di una delle quattro donne è incerta), un tedesco e l’autista del bus, Alberto Rizzotto, 40 anni, originario di Conegliano, in provincia di Treviso, e residente a Tezze di Vazzola. Il 118 Veneto sta lavorando per identificare le altre quattordici vittime ancora non identificate e i quattro feriti senza nome. Il processo di identificazione sarà eseguito da un perito nominato dal magistrato, utilizzando impronte dentali e digitali, in collaborazione con la polizia scientifica.

Luca Zaia, presidente del Veneto, ha commentato la tragedia, esprimendo la sua sorpresa per la gravità dell’incidente. Ha menzionato il coinvolgimento di cinque ospedali nella cura dei feriti e ha suggerito che un possibile malore dell’autista potrebbe essere una spiegazione dell’incidente. Ha elogiato il tempestivo intervento dei soccorritori e ha sottolineato la necessità di mostrare rispetto per le vittime in una tragedia di questa portata. Le bandiere sono state issate a mezz’asta sugli edifici della Regione e il lutto cittadino è stato proclamato.

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