Maria Vittoria Prati, una stimata ricercatrice senior, è deceduta dopo un’agonia di quattro giorni a seguito di un terribile incidente avvenuto sulla Tangenziale di Napoli. Vittima di un’esplosione di un’auto prototipo, la Polo Volkswagen SaveLife, Prati è arrivata all’ospedale Cardarelli con il 90% del corpo ustionato.
Il giovane Fulvio Filace, 25enne laureando in Ingegneria Meccanica, che era con la docente all’interno del veicolo, è stato ricoverato in un primo momento in gravi condizioni e recentemente ha subito un intervento presso lo stesso ospedale. Oggi, però, il 29 giugno 2023, arriva la notizia della sua morte. Le fonti dirette arrivano dall’ospedale Cardarelli, dove il tirocinante era ricoverato in gravissime condizioni per le ferite riportate dalle fiamme scaturite dallo scoppio. “Abbiamo sperato fino all’ultimo che Fulvio si potesse salvare” ha dichiarato Fabio Murena, professore e marito della ricercatrice 66enne del Cnr, Maria Vittoria Prati.
“Esprimiamo tutto il nostro cordoglio ai familiari e agli amici”, ha aggiunto il professore.
Le dinamiche dell’esplosione
La Procura di Napoli ha avviato un’indagine sull’incidente, con il coordinamento della procuratrice aggiunta Simona Di Monte. Nelle prossime ore, un esperto o un team di esperti dovrebbe essere incaricato di condurre una consulenza.
Un altro prototipo, una Fiat Punto, è stato sequestrato a Salerno per ulteriori indagini. Questo veicolo era parte del progetto della società spin-off “eProInn”, la stessa società che ha prodotto la Polo coinvolta nell’incidente.
La Punto, tuttavia, non è un modello identico alla Polo. Nonostante sia un prototipo ibrido simile, è considerata più “rudimentale”. Ancora, ha suscitato l’interesse degli investigatori per le sue possibili analogie con la Polo che è tragicamente esplosa.
Ci sono molte domande da rispondere, tra le quali quali strumentazioni per l’analisi delle emissioni di particelle l’auto poteva trasportare e se il protocollo per le attrezzature a bordo fosse lo stesso definito per il veicolo a Salerno.
Inoltre, è stato interrogato formalmente il professor Gianfranco Rizzo, ex docente all’Università di Salerno e attuale amministratore della società “eProInn”. Rizzo è l’individuo che aveva affidato il veicolo al Cnr per le ricerche della dottoressa Prati.
Un punto cruciale dell’indagine è capire se il veicolo avesse l’autorizzazione per viaggiare sulla Tangenziale o se, data la presenza di sostanze infiammabili previste dal kit, avrebbe dovuto essere testato solo in aree meno rischiose. Ora, con la morte della dottoressa Prati e la salute di un giovane in bilico, gli investigatori devono affrontare queste e altre questioni aperte per chiarire le circostanze di questo tragico incidente.