Altri guai giudiziari per la Lega di Matteo Salvini. È appena arrivata la notizia che il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, è indagato per turbativa d’asta in uno dei filoni dell’inchiesta sul presunto sistema di tangenti, finanziamenti illeciti, appalti e nomine pilotate. Nel sistema sarebbero coinvolte decine di politici, amministratori e imprenditori lombardi. L’accusa per Cassani, secondo quanto riferito dall’Ansa, riguarda la presunta nomina pilotata di due avvocati per un parere legale su un’azione di responsabilità intentata dall’ex Giunta di centrosinistra contro gli ex amministratori di una municipalizzata, tra cui anche l’ex coordinatore varesino di Forza Italia, Gioacchino Caianiello, figura considerata centrale nell’indagine della Dda milanese.
Andrea Cassani è noto alle cronache anche per uno “scivolone” su Facebook: commentò con un post la notizia di un incendio doloso di un’auto augurandosi che il tunisino fosse “riaccompagnato a calcioni nel sedere nel suo paese d’origine”. In realtà il tunisino era la vittima , proprietario dell’auto, e ad appiccare l’incendio era stato un italiano di 60 anni con problemi psichici.
Riguardo la notizia di questa indagine, il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha espresso la sua vicinanza al primo cittadino indagato. “Tutto il mio appoggio al bravo sindaco Cassani, alla sua giunta e a tutta la comunità di Gallarate, esempio di buona e corretta amministrazione, di partecipazione cittadina democratica e trasparente”, ha detto commentando l’iscrizione nel registro degli indagati.
Nell’ambito di questo filone di indagine, la guardia di finanza ha effettuato una serie di acquisizioni di documenti negli uffici del Comune di Gallarate. Lo scorso 10 maggio Cassani era stato sentito in Procura a Milano soltanto come testimone. Dagli atti emergeva allora come una figura che si era opposta alle manovre illecite.
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