La piccola Indi Gregory è morta nelle prime ore del mattino di lunedì 13 novembre. Alla fine i medici hanno staccato le macchine artificiali che tenevano in vita la bimba di otto mesi, affetta da una rarissima patologia mitocondriale. Fino a poche ore fa il suo destino era appeso a un filo: dopo la sospensione della respirazione e alimentazione tramite macchine artificiali, Indi aveva continuato a respirare per qualche ora. Poi purtroppo la situazione è precipitata e il suo cuore ha smesso di battere. La rabbia del padre.
Leggi anche: Indi Gregory, parla il padre, parole disperate: “Mi vergogno di essere britannico”
Leggi anche: Lutto nel giornalismo, morta Alessandra Bianchi: ambasciatrice del calcio italiano in Francia
Indi Gregory morte: la rabbia del padre
Queste le parole del padre, Dean Gregory, a La presse. “Mia figlia è morta, la mia vita è finita all’1:45. – ha detto l’uomo distrutto – Io e mia moglie Claire siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna. Il servizio sanitario e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma anche la dignità di morire nella sua casa. Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima. Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata, hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse ma io e Clare ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre”.
Indi Gregory aveva otto mesi ed era affetta, come già accennato, da una patologia mitocondriale che porta ad una condanna a morte tra atroci sofferenze. I medici ed i giudici inglesi avevano deciso di sospendere il lavoro delle macchine che la tenevano in vita e la facevano respirare. I genitori di Indi si erano opposti a questa decisione ed era così cominciata una campagna mediatica al fine di chiedere aiuto.
A quel punto si era fatta avanti l’Italia, che aveva offerto di curare la piccola all’ospedale Bambin Gesù di Roma e facendole ottenere la cittadinanza italiana, per permetterle un trasferimento immediato. Le cose però non sono andate bene. Nonostante il lavoro del console Corradini per presentare ricorso contro la decisione dei giudici e le pressioni giunte anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella giornata di sabato i giudici avevano rigettato i ricorsi e decretato lo spegnimento definitivo delle macchine, che erano state staccate due giorni fa. Anche Papa Francesco aveva espresso solidarietà alla famiglia.
Leggi anche: Indi, colpo di scena dopo stop alle macchine