L’indice con lui l’Italia ha determinato finora le chiusure, ossia il famoso Rt, si scopre finalmente che è inaffidabile. E ora lo dicono tutti, soprattutto i dati. L’esempio lampante arriva in questi giorni: l’Rt sale ma gli ospedali si svuotano, ma in base a questo parametro scelto per determinare aperture e chiusure, un pezzo d’Italia rischia ancora di richiudere mentre l’epidemia sembra finalmente in regressione e la campagna di vaccinazione procede a un buon ritmo. A fare la guerra all’Rt ora sono soprattutto i governatori che consultano l’indice sapendo che ormai la minima oscillazione può riportarli a quella soglia che significa zona arancione: e dunque bar e ristoranti di nuovo chiusi. (Continua a leggere dopo la foto)
Come spiega Alessandra Ziniti su Repubblica, “da qui la richiesta urgentissima al governo e all’Istituto superiore di sanità di rivedere completamente il complesso meccanismo di valutazione del rischio, superando l’Rt relativo ai contagi (oggi a 0,89 quello nazionale) con quello delle ospedalizzazioni. Oggi a decidere il passaggio di zona è un complesso meccanismo formato da 21 parametri che ruota sostanzialmente attorno all’indice di contagio e che misura il livello di rischio fotografando una situazione vecchia di due settimane”. È evidente che sia un sistema totalmente sballato, ma l’evidenza arriva fin troppo in ritardo. (Continua a leggere dopo la foto)
L’incidenza dei contagi ogni 100.000 abitanti invece è relativa alla settimana precedente: chi supera i 250 finisce direttamente in rosso, chi scende a 50 raggiunge la zona bianca. Vedendo nel dettaglio la mappa dell’Italia letta in controluce “tenendo conto di tutti i parametri, oggi assurdamente contraddittori, sono quattordici su ventuno le Regioni in cui, ormai da tre settimane, l’Rt è in lieve ma costante crescita, conseguenza attesa e ponderata delle prime riaperture a cominciare dalle scuole. Di queste 14, quattro Regioni (Veneto, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna) e la provincia autonoma di Bolzano già la prossima settimana potrebbero sfiorare la fatidica soglia Rt=1, nonostante l’incidenza dei casi positivi ogni 100.000 abitanti sia invece, anche qui ormai da quasi un mese, in costante e significativo calo ovunque”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Altro paradosso della regola dell’Rt (che vuole che la soglia inferiore a I sia mantenuta per due settimane di seguito prima di passare al colore con meno restrizioni), la Sardegna è una delle tre sole Regioni rimaste in arancione nonostante la sua situazione epidemiologica sia una delle migliori in Italia: Rt in calo a 0,69 ben al di sotto della media nazionale e incidenza a 63, vicinissima al traguardo della zona bianca, e la più bassa d’Italia dopo il Molise. E sull’indifferibilità del cambiamento dei criteri di valutazione del rischio concordano ormai tutti gli esperti”. E ora la palla a chi passa? Al ministro della Salute, Roberto Speranza…
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