Gli indici Pmi, indicatori di attività che fotografano lo stato di salute e di fiducia nei settori del manifatturiero e dei servizi, non descrivono nulla di particolarmente buono per l’Italia.
Rispetto agli altri, il nostro paese è in controtendenza con i suoi 49.8 punti, in calo rispetto ai 51.6 punti dello scorso aprile. Molto meglio di noi è invece la Francia che conquista 51.6 punti, rialzandosi dal precedente punteggio di 50.6 registrato lo scorso aprile; ma a sbancare è ancora una volta la Germania che da 54.5 sale a 55.2 punti.
Se quindi ci sono buoni segnali per Francia e Germania, che assistono a una netta espandione insieme a Spagna e Irlanda, ‹‹grande preoccupazione si respira invece sulla crescita dell’Italia che sembra quasi voler toccare la stagnazione››, rivela Chris Williamson, capo economista di Markit che si è occupata della ricerca.
La situazione dell’Europa in generale, invece, descrive un mercato ‹‹ancora incapace di uscire da questa marcia ridotta››. La ripresa economica dei singoli paesi così come del Vecchio Continente, spiega Williamson, ‹‹non può non dipendere dalle politiche economiche, soprattutto fiscali, messe in atto dai vari governi››. Solo in questo modo, a suo dire, c’è realmente la possibilità di stimolare la ripresa.
Antonio Osso