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Industria 4.0: come i robot influenzeranno il mondo del lavoro

Uno studio di TradeMachines, la più grande startup per la compravendita online dell’usato industriale, fotografa l’impatto dei robot nel processo di produzione facendo una stima delle prime previsioni.

Negli ultimi 15 anni il numero di robot venduti nel mondo è aumentato del 500% e la tendenza porterà verso una sempre maggiore automatizzazione dei processi produttivi.  Se si pensa che le previsioni al 2099 dicono che il 70% dei lavoratori sarà automatizzato appare evidente quanto sia fondamentale interrogarsi su come i robot influenzeranno il mondo del lavoro. Non è la prima volta che succede un fenomeno di questo tipo. 200 anni fa con l’avvento della Rivoluzione Industriale circa il 99% dei lavoratori agricoli furono automatizzati e ad oggi, con l’automatizzazione del 80% del ciclo di produzione di una macchina la questione torna a essere ben attuale. In Italia il settore dell’industria 4.0 (con cui si intende, appunto, la quarta Rivoluzione industriale a seguito dell’avvento dei sistemi cibernetici) spinge la compravendita di macchinari, registrando nel 2016 un record di fatturato di oltre 42 miliardi e un + 3,5% rispetto all’anno precedente.

Ecco come la pensa Heico Koch, Ceo e fondatore di TradeMachinesla più grande startup per la compravendita online dell’usato industriale

Automazione fa rima con disoccupazione?

Anche se potrebbe sembrare così, le ricerche confutano questa equazione. La Germania, terzo mercato per robotica, ha registrato un calo del livello di disoccupazione del 37% dal 2009 al 2015. Questo perché i robot in realtà aumentano la produttività: nel solo mercato del lavoro dell’automotive americano i robot hanno creato 1,5 milioni di posti di lavoro.

Quali sono i settori maggiormente automatizzati?

Circa l’80% del totale dei robot è impiegato in quattro settori (43% nell’automotive, 21% nell’elettronica, 9% nel metallo e 7% nella chimica). Ben presto però i dispositivi automatici inizieranno a invadere la nostra vita anche in ambiti ben lontani dall’immaginario cibernetico, come la sanità, i trasporti e perfino il mondo dell’arte: un’orchestra di robot ha già effettuato una performance a Manchester.

Chi sono i protagonisti di questa corsa ai robot?

Il 70% di tutti i robot venduti nel mondo sono distribuiti in Cina, Giappone, Corea del Sud, Usa e Germania. È evidente quindi che l’asse della robotizzazione è notevolmente spostato a oriente, sia per quanto riguarda la domanda che l’offerta. In Asia la richiesta di robot cresce tre volte più velocemente che nel resto del mondo e delle cinque aziende che producono i 4/5 del totale dei robot, tre sono Giapponesi.

Cosa aspettarsi in futuro?

Le ultime tendenze in robotica evidenziano quanto importante sia la cooperazione uomo-robot. Si parla dei così detti robot collaborativi (in breve CoBots) che non lavorano più per gli uomini ma con gli uomini, facendo della tecnologia una risorsa capace di creare incredibili avanzamenti, non sempre prevedibili. La capacità di percepire persone nello spazio circostante rende i CoBots più sicuri e affidabili, forti della loro tecnologia “watch and learn” (basta accompagnare il robot nel movimento e salvarlo in memoria per integrare nuove funzionalità).

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