Poco propensa l’industria italiana a intraprendere il camino del cambiamento culturale necessario per il passaggio all’Industria 4.0. Questa la fotografia del mondo produttivo nostrano che emerge dalla survery della Staufen Italia, società di consulenza nel Lean Management, e partner dell’Osservatorio Smart Manufacturing 2016/2017 del Politecnico di Milano.
Dalla ricerca emerge infatti che il mondo del’industria italiana tende a concepire l’innovazione come innovazione tecnologica di strutture e strumentazione, ma poco percepisce la necessità di un “aggiornamento mentale” della classe dirigente e dei propri dipendenti.
L’indagine condotta da Staufen tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 ha analizzato 129 aziende, che hanno risposto a un questionario mirato a inquadrare la situazione della nostra industria rispetto al tema della digitalizzazione e della smart factory.
A che punto è l’industria italiana
Il 39% delle aziende esaminate sta lavorando concretamente sul tema della digitalizzazione, una percentuale che è raddoppiata rispetto al 2015, ma d’altro canto il 23% delle aziende non si è mai occupato davvero di Industria 4.0. A mancare spesso nell’impresa di medie dimensioni è un approccio strategico sul tema della fabbrica intelligente. Questo secondo la rilevazione, perché la spinta all’innovazione, alla ricerca di nuovi possibili modelli di business, risulta molto debole. Ma anche perché si fatica a comprendere che per la trasformazione digitale è necessario, prima di tutto, un cambiamento culturale in azienda, una rivoluzione del paradigma interno che, attualmente, sembra spaventare molto i manager. I nostri dirigenti, in sostanza, stando all’indagine, sono poco propensi a un cambiamento che nasca dall’interno.
“Sempre più aziende, in Italia come in Germania, interpretano l’Industria 4.0 come un semplice aggiornamento tecnologico dei propri capannoni industriali – commenta Giancarlo Oriani, amministratore delegato di Staufen Italia. Come sottolineano i risultati del 2017, la chiave della vera trasformazione digitale sta, in realtà, nella testa dei dipendenti, inclusa la dirigenza”.
A mancare è anche la competenza manageriale. “La scarsa preparazione dei dirigenti e dei dipendenti – spiega Fabio Salomone, direttore generale di Staufen Italia – rappresenta per le aziende, un ostacolo reale all’introduzione del 4.0. Resiste una tendenza molto diffusa a giudicare all’esterno, senza mettersi in gioco dall’interno. Si è molto parlato negli ultimi due anni di Industria 4.0, anche solo perché era di moda: ma per mettere in pratica una vera trasformazione digitale non occorre soltanto migliorare le tecnologie o il prodotto: occorre piuttosto implementare una visione strategica, approfondire, prepararsi. E, soprattutto, comprendere che il Lean può essere il prerequisito per il raggiungimento della Smart Factory”.
Una mancanza di competenza che oggi rischia in modo concreto di frenare lo sviluppo dell’industria italiana. Non è un caso che il 90% degli intervistati veda nel management un problema centrale rispetto al raggiungimento della trasformazione e che la stessa percentuale identifichi l’applicazione della Lean Enterprise come una base solida per attuare il cambiamento.