Orari di lavoro massacranti, senza bere, senza mangiare e addirittura senza poter andare in bagno. Si perché c’è chi per lavorare deve arrangiarsi persino indossando un pannolone. Con la curva dei contagi in aumento, i protagonisti dell’emergenza Covid tornano a carichi di lavoro estenuanti. Un turno dopo l’altro, saltando riposi e ferie, perché il personale non basta mai. Al lavoro senza scorte adeguate di mascherine e camici monouso: talvolta si rinuncia anche ad andare in bagno, perché vorrebbe dire sprecare i dispositivi di protezione indossati. Costretti a interrompere il monitoraggio dei parametri vitali di un paziente per occuparsi magari di un trasferimento da un reparto a un altro. Così devono lavorare gli infermieri del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Francesco di Nuoro.
Come ha spiegato il sindacato, all’origine di tutto come sempre ci sono le carenze: di organico, di spazi adeguati, di organizzazione. Nel caso di Malattie infettive, per afferrare al volo come stiano realmente le cose, basterebbe anche solo scorrere un paio di numeri e confrontarli con quelli di altri ospedali dell’isola. “Non si può portare i lavoratori a queste condizioni – ha spiegato ancora Ginesu – c’è chi, quando fa le consegne di fine turno, ha le lacrime agli occhi dalla stanchezza, dalla fatica e dallo stress”.Lo squilibrio di organico sta mandando in tilt il personale sanitario, nonostante tanto impegno e sforzi anche in questa seconda ondata di contagi Covid. Il fatto è che, rispetto alla prima ondata, le forze in campo sono diminuite: come ha spiegato il Nursind, nella prima fase c’erano più infermieri e meno pazienti, quindi ogni quattro ore si riusciva a turnare, a liberarsi della tuta anti-virus e a fare una pausa. E sì, anche ad andare in bagno senza fare dieci piani di scale, e senza usare un pannolone.
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