È iniziato il processo a Patrick Zaki. La giustizia egiziana si è finalmente decisa a dare avvio al procedimento giudiziario contro lo studente dell’Università di Bologna. Zaki, detenuto ormai da quasi due anni nelle carceri egiziane, è accusato di aver fatto propaganda contro il regime che comanda oggi al Cairo. Il ragazzo è apparso in manette nella gabbia degli imputati durante la prima breve udienza del processo.
Zaki indossava camicia, pantaloni e scarpe bianche. E, secondo alcune fonti giornalistiche, avrebbe parlato con decisione di fronte al giudice. Patrick Zaki aveva dunque le manette ai polsi durante la prima udienza del processo che si è aperto a suo carico il 14 settembre. Lo studente ‘bolognese’ era chiuso nella gabbia degli imputati del tribunale della città di Mansura. Primo atto del processo che è durato pochissimo: circa cinque minuti.
Poco tempo che è servito però all’imputato Zaki per prendere la parola e denunciare di essere stato detenuto oltre il periodo legalmente ammesso per i reati di cui è accusato. Il processo è stato aggiornato al 28 settembre. Ma le porte del carcere per il momento non si apriranno per Patrick Zaki. Scendendo nei particolari dell’udienza, l’avvocato di Zaki, Hoda Nasrallah, ha chiesto il rilascio del suo assistito dopo 19 mesi di detenzione ritenuta illegale.
Sembra infatti che le accuse di istigazione al terrorismo nei confronti di Patrick siano cadute. Ora restano solo quelle di diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese. Il giovane rischia ora una multa o una pena fino a cinque anni di carcere. È questa la previsione di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
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