Sono stati 428.584 i contratti di lavoro a tempo indeterminato stipulati nel primo trimestre del 2016, mentre le cessazione sempre dei contratti a tempo indeterminato ha raggiunto 377.497 casi. Il saldo è perciò positivo e viaggia su +51.087 unità, ma rispetto ai primi tre mesi del 2015 la situazione è a dir poco catastrofica: i contratti di lavoro a tempo indeterminati sono caduti a picco del 77% su base annua, risentendo in maniera quanto più evidente della riduzione degli incentivi.
L’anno scorso, infatti, gli incentivi erogati dalla Legge di Stabilità a favore dei datori di lavoro che assumevano con contratti fissi erano ancora piuttosto interessanti. L’agevolazione prevedeva l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore per una buona misura del totale (il 40%), mentre in questi mesi del 2016 gli incentivi vanno verso una netta riduzione per poi passare alla loro totale eliminazione. Un effetto boomerang per l’occupazione in Italia, che a questo punto torna a preoccupare politica e osservatori di settore.
Il boom dei voucher
Un motivo di preoccupazione che viene peraltro motivato da un altro dato poco confortante: il boom dei voucher. Nel primo trimestre 2016 sono stati venduti 31.5 milioni di voucher per far fronte al pagamento del cosiddetto “lavoro accessorio”: un incremento del 45.6% rispetto ai primi tre mesi del 2015. Del resto già nello stesso 2015 il dato fu in crescita, dal momento in cui i voucher erogati nel primo trimestre dell’anno scorso furono il 75.4% in più rispetto a quelli staccati nello stesso periodo del 2014.
Alberto Mengora