Istruzione e mondo del lavoro
Insegnare nelle scuole è un compito che si fa sempre più gravoso di fronte al cambiamento del mondo del lavoro.
L’istruzione, a cominciare dalle scuole elementari, ad oggi non può considerarsi al passo con i tempi e con le sfide che il futuro prefigura per quanto riguarda la specializzazione professionale.
La rivoluzione digitale ha accorciato di molto i tempi con i quali il mondo del lavoro cambia. Se in passato questo accadeva in media in 15-20 anni, oggi il ciclo si è ridotto a 3-5 anni.
Significa che i cambiamenti e le richieste delle qualifiche più varie sono in continuo mutamento e bisogna mantenere il passo.
La preparazione degli alunni italiani lascia a desiderare su tutta la linea, con insegnanti over 50-60 che non sono aggiornati per le esigenze del mercato del lavoro del futuro. Il corpo docente che si trova a insegnare nella scuola di oggi, inevitabilmente deve fare i conti con delle lacune nella preparazione di base.
Nuove tecnologie e vecchi modelli di istruzione
Il pericolo concreto è ci sia una carenza di insegnamenti nei confronti degli alunni, proprio a causa di questi cambiamenti repentini dovuti all’avanzare delle nuove tecnologie.
Qualsiasi lavoro si svolga non può fare a meno dell’informatica e di tutte le tecnologie relative all’interconnessione tra aziende medio-piccole fino ad arrivare ai grandi colossi dell’economia.
La maggioranza delle imprese ha un “alter ego” su internet, che si tratti di un dominio o di un account sui social network.
Con la connessione globale si ha tutto a portata di mano, i contatti e dati aumentano e richiedono una gestione professionale.
Il mercato del lavoro ha già iniziato a richiedere delle figure che difficilmente trova in Italia. Il Bel Paese è fermo al palo, perché non ha saputo mantenere il passo con la preparazione richiesta da questo settore. Insegnare nelle scuole diventa quindi una scommessa da vincere proiettandosi e andando oltre il sapere di oggi.
Scuola e lavoro
Chi è già addentrato nel mondo dell’Information Technology è consapevole che tra scuola e lavoro c’è una distanza da colmare necessariamente e in fretta. Il problema che oggi si affronta in Italia è quello di “produrre” laureati che quasi certamente andranno incontro alla disoccupazione e alla difficoltà di trovare un lavoro che possa rispondere alla domanda del mercato. È pur vero che la richiesta di professionisti, come medici, avvocati, ingegneri è sempre viva, ma anche in queste professioni è necessaria una formazione continua.
Di fronte ai continui progressi che intervengono in tutti i settori lavorativi, è necessario tenersi sempre aggiornati. Insegnare nelle scuole, in poche parole non basta e allo stato attuale bisogna rivolgersi ad altri enti di istruzione. In quest’ottica qualsiasi professionista, di qual si voglia settore, dovrà considerare di seguire dei corsi anche brevi di qualche mese almeno ogni 5 anni.
Il capitale umano
Il progresso del mondo del lavoro contemporaneo richiede di insegnare nelle scuole parallele a quelle “tradizionali” per valorizzare la persona, investendo sul capitale umano.
In nessun caso ci si può sentire “arrivati” e completi nella propria preparazione e la spinta necessaria deve essere la curiosità verso la novità.
Lo affermano 2 giovani che ricoprono ruoli di responsabilità nel settore dell’IT, come il CEO di H-FARM Education, Massimiliano Ventimiglia, e il CEO di Talent Garden, Davide Dattoli.
Per entrambi prepararsi è importante, ma continuare ad apprendere lo è ancora di più, per avere le skill che il mercato del lavoro cerca in Italia in modo spasmodico.
Le figure che oggi sono così ricercate come il Web Developer, il Digital Officer, il Data Scientist o il Data Analyst fino al Social Media Marketer, potrebbero diventare obsolete e lasciare il posto a nuove professioni, sulla base di un mercato in continua e veloce evoluzione.