Instagram blocca i contenuti? Ecco come evitare i ban e sfuggire alla censura dei social
Instagram blocca i contenuti di natura politica. Molti vedono una coincidenza con l’approssimarsi delle elezioni europee e quelle per la presidenza degli Stati Uniti. Meta, la società che possiede Instagram, Facebook e WhatsApp, ha annunciato che non promuoverà contenuti politici negli account che gli utenti non seguono. Le nuove regole, attive dal 25 marzo negli Stati Uniti, sono in vigore in Italia dal 28 aprile. Instagram ha disattivato la distribuzione dei post politici nelle sezioni “Esplora”, “Reels” e nei contenuti suggeriti.
Adam Mosseri, dirigente di Meta, aveva annunciato il cambiamento lo scorso 9 febbraio. Ora è realtà. L’algoritmo riduce la visibilità dei contenuti politici basandosi sul numero di “Mi Piace”. Instagram continuerà a mostrare i contenuti degli account seguiti, ma non raccomanderà quelli politici.
Come aggirare la censura
Esiste un modo per aggirare la censura di Instagram. Si va sul proprio profilo, si clicca in alto a destra sul simbolo con le tre righe e si accede all’area Impostazioni. Nella barra di ricerca si scrive “contenuti suggeriti” e si clicca su “contenuti di natura politica”. Qui si può selezionare “non limitare i contenuti di natura politica delle persone che non segui”. Il problema è che molti non sono a conoscenza del blocco, promesso da Instagram senza una adeguata campagna divulgativa.
instagram quietly introducing a “political” content preference and turning on “limit” by default is insane? pic.twitter.com/1abnLYpbja
— matt (@mattxiv) March 22, 2024
Per molti giovani, i social network sono la principale fonte di informazione. Questa è spesso una informazione “passiva”, dove gli utenti non cercano attivamente notizie, ma delegano agli algoritmi la scelta. Questi algoritmi ora offrono meno informazione agli utenti.
La risposta di Meta
Meta ha spiegato al Washington Post che i temi sociali includono contenuti che identificano problemi influenzati dall’azione o inazione degli altri, come le relazioni internazionali o il crimine. Non è chiaro chi stabilisca cosa sia un contenuto politico, lasciando ampio spazio alla discrezionalità di Meta. Secondo Taylor Lorenz e Naomi Nix del Washington Post, la limitazione si applica agli account piuttosto che ai singoli post, penalizzando i creatori di contenuti che condividono spesso post politicamente orientati.