Insulti e lancio di oggetti da parte di un gruppo di ‘pacifisti’ contro una nave della Marina Militare. Accade nel porto di Taranto nella giornata di mercoledì 16 marzo. La nave ‘Carabiniere’ passa sotto il ponte levatoio del canale navigabile della città portuale pugliese. Ma proprio in quel momento diventa bersaglio dell’attacco di alcuni manifestanti, appostati sulle terrazze che affacciano sul canale. La solidarietà del web e la reazione indignata dei militari.
Le immagini della contestazione subita dalla nave ‘Carabiniere’ a Taranto mostrano l’imbarcazione mentre attraversa il canale. In coperta non c’è anima viva, come invece accadeva spesso in passato, quando le persone salutavano ed incitavano i nostri marinai. Intanto, dalle terrazze soprastanti, parte un fitto lancio di oggetti, finiti quasi tutti in acqua. Ma, soprattutto, si sentono dei cori di contestazione che vanno dal “bastardi”, al “dovete morire”, “assassini”.
Autori del gesto sono un gruppo di presunti ‘pacifisti’ che srotolano anche uno striscione sul quale si legge: “La guerra la stiamo già pagando: chi con la vita, chi con la fame. No Nato! No Putin!”. Insomma, i manifestanti di Taranto si oppongono all’escalation militare in atto in Ucraina, dichiarando di essere schierati né con la Nato, né con la Russia di Vladimir Putin.
Ma la reazione dei social network è durissima, anche se non univoca. “Ignoranza allo stato puro, anziché ringraziare i nostri militari che corrono il rischio di non rivedere più le loro famiglie, questi addirittura gridano assassini”, commenta indignato qualcuno. E non si fa attendere nemmeno la reazione del ministero della Difesa. “Pur trattandosi di un gruppo ristretto di persone, – si legge in una nota – che non rappresenta in alcun modo i sentimenti riservati dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani alle donne e agli uomini in uniforme, preoccupa la violenza di cui è stata fatta bersaglio la nave della Marina Militate ‘Carabiniere’, al rientro nel porto di Taranto.
Ciò che rincuora è che si tratta dell’opera di pochi, che prende a pretesto una fase di tensione internazionale per cercare di riproporre parole d’odio ingenerose nei confronti di chi si impegna, quotidianamente, per garantire la tutela della sicurezza del Paese e di ciascuno di noi”.
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