Lo sguardo racchiude mille segreti e molti potrebbero essere svelati dall’intelligenza artificiale. Un team internazionale di ricercatori di istituzioni australiane e tedesche ha cercato di comprendere meglio il legame tra personalità e movimenti oculari sviluppando un algoritmo di apprendimento automatico. Studiando i movimenti oculari di una persona è possibile dedurne i tratti della personalità. Ad affermare che gli occhi siano lo specchio dell’anima, questa volta, non è Cicerone, ma un gruppo di ricerca finanziato dall’University of South Australia in collaborazione con l’Università di Stuttgart, la Flinders University e il Max Planck Institute for Informatics in Germania.
Gli studiosi hanno monitorato i movimenti oculari di 42 persone impegnate nelle proprie attività quotidiane e, sfruttando algoritmi di apprendimento automatico, hanno dimostrato un legame tra personalità e movimento degli occhi. I tratti della personalità sono stati valutati utilizzando anche questionari consolidati, i cui risultati hanno avvalorato quanto ipotizzato dall’Intelligenza Artificiale.
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Le macchine possono imparare a capire il nostro stato d’animo
Che i movimenti degli occhi fossero legati ad alcuni tratti della personalità è sostenuto da tempo da molti psicologi. È un tipo di codice informatico che impara senza la necessità di essere programmato in modo specifico ed è in grado di individuare i tratti della personalità di ciascuno analizzando il movimento degli occhi. Una scoperta che potrebbe aiutare i computer a comprendere e interagire meglio con gli esseri umani. Per lo studio, i ricercatori hanno dotato 42 studenti della Flinders University, nel sud dell’Australia, di occhiali speciali per il tracciamento oculare. Hanno poi chiesto ai partecipanti di girare per il campus ed entrare in un negozio a fare spese, quindi di compilare un questionario, che li ha valutati su cinque tratti della personalità: apertura mentale, coscienziosità, estroversione, giovialità e nevrosi.
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Utilizzando un metodo di apprendimento automatico all’avanguardia e un ricco set di caratteristiche che codificano i differenti movimenti oculari, i ricercatori sono riusciti a predire in modo affidabile quattro dei tratti caratteriali presi in esame – nevrosi, estroversione, giovialità e coscienziosità – nonché la curiosità percettiva, basandosi solo sui dati di tracciamento del movimento degli occhi. Gli psicologi sostengono da tempo che la personalità influenzi il nostro approccio visivo al mondo. Per esempio, chi è curioso tende a guardarsi intorno e chi ha una mentalità aperta si sofferma più a lungo sulle immagini astratte. “Diversi lavori precedenti hanno suggerito che il modo in cui muoviamo i nostri occhi è modulato da chi siamo, dalla nostra personalità”, ha detto Andreas Bulling, tra gli autori della ricerca, professore dell’Istituto tedesco per l’informatica Max Planck.
“Ad esempio, gli studi che riportano relazioni tra tratti della personalità e movimenti oculari ci dicono che le persone con tratti simili tendono a muovere gli occhi allo stesso modo”. Le macchine quindi possono imparare a distinguere e capire il nostro stato d’animo guardandoci negli occhi. I risultati quindi dimostrano che i movimenti oculari rivelano se le persone sono socievoli, curiose o coscienziose. Gli algoritmi infatti sono in grado di riconoscere in maniera affidabile quattro dei cinque principali tratti di personalità (i cosiddetti “Big Five” teorizzati da McCrae e Costa): stabilità emotiva, estroversione, amicalità e coscienziosità.I risultati di questo esperimento mettono sul piatto interessanti sviluppi futuri, come ad esmepio la personalizzazione dell’interazione uomo-macchina e l’individuazione di persone con determinati tratti caratteriali al fine magari di focalizzare controlli di sicurezza. Ecco quindi un’altro passo nel tentativo di umanizzare la tecnologia.
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