Tanti film catastrofici ci hanno raccontato come sarebbe la nostra vita se la Terra tornasse di colpo al medioevo. Un mondo senza elettricità e comfort e poco importava che la causa fosse un meteorite, l’innalzamento dei mari o una glaciazione. Di colpo, si tornava indietro di centinaia di anni. Oggi abbiamo provato a pensare come sarebbe il mondo se di colpo domani finisse internet, da un momento all’altro, STOP. Fine delle connessioni.
La prima cosa a cui dire addio sono i sistemi di messaggistica: saluta i vari Whatsapp, Telegram e social. Per abbracciare di nuovo gli sms e occhio, perché quelli si pagano. Niente social network, ovvio. Il cerchio di persone di cui conosciamo vita quotidiana e passioni varie si restringerebbe drasticamente. Per alcuni è un sogno che si realizza, per altri è solo la certezza di perdere tantissimi contatti in poco tempo.
Se Internet smettesse di funzionare anche solo per un giorno, che cosa succederebbe? Ammettiamolo, molti di noi piomberebbero nel caos.
Qual’è la risposta a questa domanda
Eppure la forte integrazione tra l’attuale stile di vita e il digitale mette in evidenza l’urgenza di trovare una risposta a questa domanda. Verosimilmente, si potrebbe ipotizzare un panico generale. Ma forse non sarebbe una tragedia così insormontabile. Nel 1995 meno dell’1% della popolazione mondiale disponeva di un collegamento alla rete poiché Internet rappresentava una curiosità, non una necessità. In quasi vent’anni più di 3,5 miliardi di persone sono online, pari a circa la metà della popolazione del globo, e i numeri continuano a crescere a un tasso di dieci persone al secondo.
Internet non è inviolabile
Il punto è che Internet non è inviolabile: lo stop della rete, su scala nazionale o mondiale, è una concreta possibilità. I mezzi per raggiungere una simile situazione sono molteplici: dagli attacchi degli hacker allo spegnimento dei server fino al taglio dei cavi sottomarini che trasportano un ingente volume di dati tra i continenti o una tempesta solare.
Inoltre, alcuni governi dispongono di “kill switches“, dei meccanismi di sicurezza in grado di spegnere la rete internet di una nazione. Una prova arriva dall’Egitto che, durante la Primavera Araba del 2011, si è vista costretta a disattivare qualsiasi tipo di connessione per impedire ai manifestanti di organizzare nuove proteste. Anche gli USA stanno pensando di progettare il proprio sistema per difendere il Paese dai cyberattack. Tuttavia, progettare un kill switch non è così semplice: molto dipende dall’estensione geografica e dal grado di sviluppo della nazione poiché esistono troppe connessioni tra network sia all’interno sia all’esterno dei confini.
E se il pericolo arrivasse dallo spazio?
L’ipotesi peggiore sarebbe quella di una tempesta solare che danneggerebbe tutte le reti elettriche, compresa quella di Internet. In questo caso la connessione sarebbe il problema minore: i danni ammonterebbero a miliardi e miliardi di euro. Morirebbero 300 milioni di persone in breve tempo e torneremmo a vivere come nell’Ottocento per una decina di anni.
Scott Borg, direttore della Cyber Consequences Unit degli Stati Uniti, ha analizzato gli effetti economici derivanti dalle interruzioni di rete negli Stati Uniti, dagli anni 2000 in avanti. Sotto i 4 giorni i danni sono limitati: esaminando le statistiche e i rapporti finanziari di 20 aziende tra le più colpite, è emerso come l’impatto finanziario sia stato minimo.
Senza internet siamo più lenti
A livello lavorativo, la nostra società, è già abituata a fronteggiare periodi “difficili” come i fine settimana, i weekend, i ponti e le ferie. Borg ha scoperto che, senza connessione, il lavoro procederebbe senza intoppi; al massimo le scadenze slitterebbero di qualche giorno.
In alcuni casi la produttività ne ha perfino guadagnato: rimasti privi di Internet per qualche giorno, i dipendenti di alcune imprese ne hanno approfittato per smaltire i lavori che rimandavano da tempo, come quelli burocratici. Il vero problema si riscontrerebbe se le interruzioni fossero più lunghe: in questi casi verrebbe coinvolta la logistica. Nessuna azienda è preparata a resistere senza rete per lunghi periodi.
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Chi ne risentirebbe maggiormente?
Dell’assenza di Internet risentirebbero maggiormente le piccole imprese e gli operai. Nel 1998, a causa di un guasto satellitare negli Stati Uniti, il 90% dei cercapersone ha smesso di funzionare. Da una ricerca è emerso che le classi professionali più alte non hanno riscontrato grossi problemi, a differenza degli operai e degli artigiani, che erano soliti ricevere chiamate di lavoro sul cercapersone.
Senza internet siamo più socievoli?
Internet è nato soprattutto per diminuire le distanze e per comunicare tra di noi, ovunque e in qualsiasi momento; l’idea di non avere la nostra libertà comunicativa ci spaventa. Un incendio nel 1975 alla New York Telephone Company mise ko il servizio telefonico in 300 isolati a Manhattan per ben 23 giorni. Dopo il ripristino delle linee vennero intervistati i cittadini che aveva subito il disagio: l’80% aveva patito il fatto di non poter comunicare con amici e familiari; il 65% si era sentito “isolato”o “a disagio”; il 75% disse di essersi tranquillizzato solo dopo il ripristino del servizio.
Dati interessanti, che smonterebbe il mito diffuso secondo il quale senza smartphone le persone sarebbero più socievoli, Stine Lomborg, ricercatore all’Università di Copenaghen, afferma: “Non è vero che alla fermata dell’autobus, senza smartphone, saremmo più propensi a parlare con gli estranei. La perdita di connessione può rendere le persone più socievoli in situazioni specifiche, ad esempio costringendo i colleghi a parlare tra loro piuttosto che inviarsi solo e-mail, ma l’esperienza nel complesso rischia di essere angosciante”.
Che lavoro fai?
Un’interruzione della connessione si farebbe sentire sopratutto a chi utilizza internet per lavorare e questo potrebbe inquietare e diventare quindi un serio problema. Se la reazione all’idea di perdere Internet dipende dallo status socioeconomico, l’ansia da black out colpisce però tutti in maniera indiscriminata.”Internet è progettata soprattutto per permetterci di comunicare tra di noi” siamo abituati a connetterci con chiunque, ovunque e in qualsiasi momento.
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