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Investire sulla Grecia: i mercati sembrano puntare sulla ripresa di Atene

I mercati finanziari hanno deciso di investire sulla Grecia. Dopo anni in cui il Paese è stato sottoposto ad una drastica cura, a seguito del vero e proprio tracollo del 2014, per Atene arriva finalmente una buona notizia.

Nonostante le grandi polemiche che hanno fatto seguito alla decisione di Alexis Tsipras di onorare i debiti, invece di uscire dall’Unione Europea come gli era stato chiesto da più parti, il governo ellenico sembra essere riuscito a superare una prova che ha messo il Paese a dura prova. Tanto da poter tornare a chiedere credito alle istituzioni internazionali a distanza di tre anni.

Atene torna ad emettere obbligazioni

Non erano in molti a riporre fiducia nella cura da cavallo imposta dal leader di Syriza, dopo il vero e proprio crollo che Atene aveva fatto registrare nel corso del 2014. La realtà dei fatti testimonia invece come Tsipras ce l’abbia fatta almeno ad invertire una rotta che sembrava segnata e a spingere i mercati a investire sulla Grecia.

A testimoniare le rinnovate velleità del Paese è l’emissione di bond a cinque anni per un totale di 3 miliardi di euro, che sono andati esauriti ad un tasso di interesse inferiore a quello previsto in partenza. Se infatti il tasso di partenza era stato collocato a 4,8%, alla fine è sceso al 4,62%, fornendo l’ennesimo segnale sulla ripresa di credibilità del Paese.

Molti osservatori hanno anche voluto porre un particolare accento sul fatto che circa la metà dei bond in questione sia stata sottoscritta dagli investitori che avevano acquistato l’ultimo bond emesso nel 2014. In pratica essi hanno deciso di accettare di scambiare i vecchi titoli con i nuovi, ritardando in tal modo la richiesta di rientrare del capitale investito all’epoca.

Va peraltro sottolineato come per lo stesso Tsipras il calo del tasso di interesse all’atto della collocazione dei bond rappresenti una buona notizia, in quanto consentirà al Premier ellenico di destinare le risorse avanzate al ripianamento del deficit a finanziare magari programmi sociali da parte dello Stato, in attesa che arrivi a concludersi il terzo programma degli aiuti internazionali, ad agosto del prossimo anno.

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Una situazione sociale esplosiva

Se i mercati finanziari tornano a investire sulla Grecia, va però segnalato come il fronte interno continui ad essere in ebollizione. Proprio la drastica cura imposta dalla Trojka ad Atene ha infatti provocato una crisi sociale di grande rilievo che ha eroso almeno parzialmente le basi politiche su cui si reggevano le fortune elettorali di Syriza.

Basterebbe al proposito ricordare come l’approvazione delle misure di austerity da parte del Parlamento ellenico, a metà maggio di quest’anno, sia stata caratterizzata dal vero e proprio assedio di piazza, da parte di una lunga serie di categorie che hanno visto compromesso il proprio tenore di vita nel corso degli ultimi anni.

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Il PIL continua ad arretrare

Basta del resto vedere le statistiche relative al Prodotto Interno Lordo (PIL), per capire come la Grecia sia un Paese ormai allo stremo delle forze. Se infatti nel corso del 2016 il PIL era rimasto sostanzialmente fermo, nel primo trimestre di quest’anno è tornato a flettere dello 0,1% nei confronti del trimestre precedente e di mezzo punto percentuale se il confronto avviene con il primo trimestre dello scorso anno. Dati che non depongono a favore della ricetta imposta dalla comunità internazionale ad Atene e che sono il segnale di un malessere sempre più profondo.

Senza correzioni alla rotta, a Tsipras non potrà bastare che i mercati tornino ad investire sulla Grecia.

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