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Ischia, parla Peppe ‘l’uomo del fango’: “La mia storia e la mia vittoria”

Il protagonista di questa storia si chiama Giovan Giuseppe Di Massa, 60 anni, di professione idraulico, ma tutti lo conoscono come Peppe. L’uomo è diventato suo mal grado il simbolo della tragedia di Ischia. Le immagini che lo ritraggono immerso nel fango, aggrappato letteralmente alla vita prima di essere messo in salvo dai soccorritori, hanno fatto il giro del web. Ora il quotidiano Repubblica rivive quei tragici momenti vissuti da Peppe.

Ischia: Peppe ‘l’uomo del fango’

“Ho vinto la mia battaglia, sono vivo grazie alla mia forza e a Dio”. Sono queste le prime parole pronunciate verso il figlio Salvatore da Peppe, ricoverato da sabato scorso al Trauma center dell’ospedale Cardarelli. L’uomo è stato sommerso da un mare di fango e trascinato in un seminterrato di corso Vittorio Emanuele a Ischia. È solo grazie alla sua forza fisica che è riuscito a restare aggrappato per ore ad una persiana per evitare di essere trascinato via dalla corrente ed annegare.

“È stato difficile ma ho sempre pensato che ce l’avrei fatta, non ho mai mollato, nemmeno un attimo, finché ho sentito la voce dei soccorritori”, ha raccontato Peppe alla moglie e ai figli dal letto dell’ospedale, secondo quanto riporta Repubblica. L’idraulico è stato soprannominato ‘l’uomo del fango’ perché trovato completamente ricoperto da quel materiale e perché ne ha anche ingerito molto. Infatti respira ancora male, anche se non è più intubato, considerato che era stato trovato in ipotermia e con uno schiacciamento del torace.

“È rimasto sempre vigile e collaborativo. – racconta un operatore del 118 – Ma all’inizio era sotto choc, continuava a ripetere di voler tornare a Ischia, voleva restare nella sua isola. Aveva molto freddo, tremava, è stato difficile ripulirlo dal fango, era ovunque”. Peppe Di Costanzo, presidente dei Termalisti di Ischia che lo conosce bene, spiega che “Giuseppe è una persona molto forte, è un grande lavoratore, non si perde mai d’animo, affronta la vita con determinazione. Se non fosse stato così possente e tenace, non sarebbe riuscito a sopravvivere in quelle condizioni. Lavora per noi da 40 anni. Ci conosciamo da quando eravamo ragazzi. Lui trasporta pesi, ha una resistenza incredibile, non è una sorpresa che ce l’abbia fatta in una situazione così difficile”.

“È mattiniero, si sveglia prima dell’alba – racconta ancora il suo datore di lavoro – ne parliamo spesso, lo riconosco nel suo modo di fare antico, zappare la terra è una delle sue attività preferite, come andare per funghi. Forse ha sottovalutato l’allerta, lo facciamo in tanti”. E infatti Peppe viene sorpreso dal nubifragio. Riesce a capire di stare per essere investito da una frana e riesce miracolosamente ad uscire dalla sua auto che viene travolta. Lui resiste aggrappato a quella serranda fino a quando riesce a gridare “sono appeso” ai vigili del fuoco che lo hanno individuato.

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