Da sempre l’Isola di Pasqua rivela fascino e mistero. Le statue dalla faccia gigante, l’isolamento e il mistero avvolgono l’isola e il popolo di Rapa Nui. Da molti anni, infatti, si cerca di carpire la storia della loro cultura, gli usi e le tradizioni, e se effettivamente siano stati completamente isolati dal mondo in modo autoctono, autosufficienti e in tutto e per tutto autoreferenziale. Ebbene: uno studio smentisce l’aura di magia che ha sempre pervaso Rapa Nui e che l’ha collegata al continente più vicino, l’America meridionale da cui si è sempre pensato provenissero i suoi abitanti.
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La scoperta tramite DNA
La scoperta è stata pubblicata dalla rivista Current Biology, ed è stata fatta da un gruppo internazionale di ricerca guidato dal Centro di geogenetica del Museo di storia naturale di Copenaghen. Cosa prova lo studio? Una traccia genetica appartenente a 27 abitanti nativi dell’Isola di Pasqua dimostra l’esistenza di un’antica rotta navale che, dal Pacifico, arrivava fino alle Americhe. Ben 4mila chilometri percorsi tra il 1300 e il 1500 d.C., ben prima della scoperta dell’isola da parte degli europei nel 1772. A confermare tale tesi erano già state trovate tempo fa tracce di contatti con le Americhe in Polinesia. Infatti gli archeologi hanno scoperto resti di coltivazioni tipicamente americane, ad esempio come la patata dolce delle Ande. Il periodo in cui sono state datate queste scoperte risalirebbe, come per le tracce del Dna, a prima del 1772, anno in cui gli europei sono ufficialmente sbarcati sull’Isola di Pasqua.
Com’è dunque composta la popolazione odierna dell’Isola? Ad oggi sono circa 5700 abitanti, composti per il 76% da polinesiani, 16% da europei e l’8% da nativi americani.
Lo studio e tutte le ricerche fatte in precedenza provano a capire quando è effettivamente avvenuto il contatto con gli americani analizzando campioni di ossa, appartenenti proprio agli abitanti di Rapa Nui.
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La ricerca si espande
Si è quindi scoperto che, se l’approccio con gli europei è avvenuto ad opera dell’olandese Jacob Roggeveen durante il diciottesimo secolo, sicuramente prima ci sono stati altri coloni. Secondo questo studio sarebbero proprio i polinesiani intorno al 1200. Si devono a loro infatti le famose piattaforme di roccia e le statue dalla faccia gigante.
Com’è possibile ottenere risultati cosi precisi? Attraverso le analisi del DNA, risalendo a venti generazioni indietro. D’altra parte, il genere umano ha esplorato il globo in tutte le possibili direzioni, per cui pare proprio che i primi a mettere piede sull’isola più suggestiva del mondo siano stati i polinesiani.
Ma la ricerca non finisce qui: lo studio sta andando avanti. É stato infatti deciso di prendere in considerazione anche campioni di DNA di altri popoli, come ad esempio, gli antichi abitanti dell’America del Sud e dell’Oceania.