Ignazio La Russa non ha voluto rispondere a una domanda sul fascismo come “male assoluto“. Durante una visita al memoriale Yad Vashem, La Russa è stato interpellato sulla questione, ma ha cercato di evitare di rispondere, affermando: “Non siamo in Italia dove mi potrebbero rincorrere“.
Questa risposta ha suscitato molte critiche sia in Italia che all’estero, con molti che hanno interpretato la risposta di La Russa come una sorta di evasione dalla domanda. C’è da dire che La Russa ha dimostrato di conoscere bene la storia della persecuzione ebraica e ha visitato il memoriale Yad Vashem per rendere omaggio alle vittime dell’Olocausto.
Durante la sua visita, La Russa ha incontrato anche il presidente della Knesset Amir Ohana e l’ex primo ministro Benjamin Netanyahu, inoltre ha visitato il museo di arte ebraica italiana e ha avuto un incontro con la comunità italiana in Israele.
La questione del fascismo è stata al centro del dibattito politico in Italia per decenni. L’allora leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini,, durante la sua visita in Israele nel 2002, definì il fascismo come il “male assoluto”. La Russa ha scelto di evitare di pronunciarsi sulla questione.
In ogni caso, la risposta evasiva di La Russa ha sollevato molte domande sulla sua posizione nei confronti del fascismo e sulla sua capacità di affrontare questioni difficili. La visita in Israele è stata un’opportunità per La Russa di dimostrare il suo impegno nella lotta contro l’antisemitismo e la sua solidarietà con la comunità ebraica. Tuttavia, la sua risposta evasiva ha rischiato di compromettere questi sforzi e di alimentare ulteriori critiche.